L’emendamento con il terzo mandato per i Governatori si intreccia pericolosamente con il ddl sul premierato, entrambi all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato, dove è iniziato una sorta di ostruzionismo reciproco dei partiti della maggioranza. A rendere pubbliche le tensioni, finora latenti, sul terzo mandato ci ha pensato il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che ha lamentato il freno di Fdi a tale richiesta. Un “niet” confermato da Tommaso Foti, presidente dei deputati meloniani, a cui ha replicato subito il vicesegretario leghista Andrea Crippa. L’emendamento della Lega è stato presentato al decreto elettorale, che fissa l’election day per comunali ed europee l’8 e 9 giugno. Un emendamento foriero di polemiche, come lo sono gli emendamenti (da Lega e da Svp) che propongono il terzo mandato anche per i sindaci di tutte le città, piccole e grandi. Ed ecco che il decreto, che solitamente sarebbe dovuto essere esaminato subito dalla Commissione, slitta a martedì della prossima settimana. Ufficialmente per proseguire l’illustrazione degli emendamenti al premierato, ddl caro a Fdi. Ma la prossima settimana la complessità degli emendamenti al decreto impegnerà la Commissione per tutta la settimana, facendo dunque rallentare il premierato, dove Pd e Avs stanno praticando ostruzionismo sui 2800 emendamenti. “Il Senato lo approverà il 16 giugno, dopo le europee”, dice ridendo il Dem Andrea Giorgis. La “vendetta” di Fdi arriva nell’altro ramo del Parlamento, dove la Commissione Affari costituzionali sta esaminando l’Autonomia differenziata, cara alla Lega. Ed Fdi non si sta opponendo alla richiesta delle opposizioni di allargare i tempi di discussione. A complicare l’esame del ddl Casellati sul premierato sono giunti due emendamenti di Marcello Pera. Non è il numero che spaventa ma il fatto stesso che l’autorevole ex presidente del Senato abbia rotto il patto nella maggioranza di non presentare proposte di modifica. I due testi aumentano i poteri del presidente della Repubblica e quelli dell’opposizione, prevedendo la figura del “premier ombra”, per bilanciare quelli del futuro premier eletto. Un modo per mettere in discussione le affermazioni per le quali il ddl non altera i bilanciamenti dell’attuale Costituzione. In questo gioco sottotraccia, al botta e risposta di Molinari e Foti sul terzo mandato, si sono aggiunte quelle di Antonio Tajani, anch’egli contrario, e soprattutto del senatore veneto di Fdi Luca De Carlo; questi non solo ha detto stop alla richiesta della Lega, ma si è proposto come candidato al posto di Luca Zaia per guidare il Veneto, visto che a livello di voti Fdi ormai supera la Lega in quella Regione. Parole che hanno suscitato l’ira di Crippa. Il terzo mandato,quello dei sindaci, ha aperto una crepa anche nel Pd. Francesco Boccia ha esternato il “no” della segreteria Dem, perché il terzo mandato creerebbe “dei satrapi”. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha chiesto che questa non sia la posizione del partito, e anche il primo cittadino di Firenze Dario Nardella ha chiesto di approvarlo, come nei mesi scorsi aveva fatto il sindaco di Bari Antonio Decaro. Visto il voto degli emendamenti la prossima settimana un chiarimento si impone.

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