di Ginorossi

Steve Hackett è riconosciuto come un musicista di rock progressivo innovativo e d’immenso talento. Chitarrista dei Genesis nel periodo della produzione così detta classica con Peter Gabriel, Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford, realizzò con la band album molto acclamati come Selling England by the Pound. Di versatilità straordinaria sia nel suono della chitarra elettrica e acustica sia nella composizione, coinvolge nel suo stile molti generi musicali, tra cui il Jazz, la World Music, il Blues e Classica.

Stephen Richard Hackett di origini londinesi inizia a suonare a dodici anni la chitarra da autodidatta dapprima influenzato dalla musica classica e poi dagli artisti capostipiti del blues inglese (Peter Green, John Mayall & the Bluesbreakers). Negli anni sessanta fa esperienze musicali in vari gruppetti di musica progressiva e con uno di questi pubblica il suo primo album fino a quando, deciso a far musica in un gruppo più importante, mette un annuncio sul “Melody Maker”, famosa rivista inglese, presentandosi come un musicista determinato ad andare oltre le forme musicali del periodo. L’annuncio viene letto da Peter Gabriel, leader dei Genesis che era in cerca appunto di un chitarrista. Entra così a far parte del gruppo nel 1970.

Dopo le prime difficoltà d’inserimento con i Genesis esce l’anno successivo il primo album “Nursey Cryme” che è a mio avviso il capolavoro del gruppo, dove la chitarra di Steve specialmente nei brani “Musical Box” e “Return of the Giant Hogweed” ha un ruolo fondamentale disegnando con lo strumento atmosfere rarefatte classiche di una bellezza unica. A quest’album fa seguito “Foxtrot” il primo vero e proprio successo del gruppo, successivamente nel 1973 esce “Selling England by the Pound” considerato dai critici uno degli apici della musica progressiva. La grande tecnica di Hackett in questo disco si affina e, infatti, in quest’album sperimenta due innovative tecniche chitarristiche il “tapping” e lo “sweep-piking”.

Il successo mondiale continua con la pubblicazione dell’album “The Lamb Lies Down on Broadway”. Dopo questo disco Peter Gabriel lascia il gruppo ed è sostituito alla voce dal batterista Phil Collins. Dopo l’uscita di Gabriel qualche anno dopo anche Steve Hackett lascia il gruppo per divergenze musicali intraprendendo una buona carriera solistica. In effetti, la band rifiutò di inserire nel nuovo album un brano che poi diverrà uno dei cavalli di battaglia dei Genesis “Please Don’t Touch”. Dopo la pubblicazione di tre album da solista, dà vita negli anni ottanta al supergruppo “GTR” con il leggendario chitarrista degli “Yes”, Steve Howe, che ebbe un buon successo principalmente in America.

Dopo questa esperienza prosegue la sua vita artistica con un suo gruppo con il quale incide dischi e tiene concerti in tutto il mondo. La sua discografia è molto vasta, basti pensare che fino ad oggi abbia inciso trenta album in studio, diciotto dal vivo oltre a quattro raccolte. L’album oggetto della recensione di questa settimana “Genesis Files” è un doppio cd del 2002 e testimonia quanto sia stata importante, la sua esperienza con questa grande band, infatti, è una compilation dei brani più famosi, interpretati da Steve con diversi musicisti tra cui la vocalista Bonnie Tyler, il bassista Paul Carrack, il batterista Bill Bruford (Yes) e la Royal Philharmonic Orchestra di Londra. In questo lavoro non vi sono inediti, ma solamente le canzoni più rappresentative dei vari album. Da rilevare l’originalità della copertina, realizzata da Kim Poor con uno dei suoi splendidi disegni che hanno da sempre caratterizzato l’immagine grafica del chitarrista.

La raccolta è molto bella, infatti, permette di farci godere quasi tutta la migliore produzione dei “Genesis” modificata negli arrangiamenti che qui sono ancora di più in stile classico rispetto alle versioni originali e dove Hackett si sbizzarrisce ad alternare sonorità ora elettriche ora acustiche che sono davvero memorabili e che alla fine danno un vero e proprio senso di appagamento, come sentirsi sazi dopo un buon pranzo. Sicuramente sul piano vocale, nonostante la presenza di ottimi vocalist, i brani pagano dazio, perdono qualcosa. In verità manca terribilmente la voce e la teatralità di Peter Gabriel, ma in compenso sul piano strumentale ci troviamo di fronte a esecuzioni di gran classe. Come descrivere la bellezza drammatica di “Firth of Fifth” e “Fountain of Salmacis” dove si sentono rincorrere gli strumenti continuamente con imperiosi crescenti che si alternano a momenti dolci che catturano letteralmente l’ascoltatore? Entrambi i dischi sono composti di dieci brani, la maggior parte dei quali hanno fatto la storia del “progressive rock” oltre alle citate “Firth of Fifth” e “Fountain of Salmacis” vanno citate “Valley of the Kings”, “Dance on a Volcano”, l’imperiosa “Los Endos”.

Questo è il classico album che va messo nel cassettino del cd e ascoltato per intero seduti tranquillamente in poltrona per poterne gustare a pieno le straordinarie sonorità come fosse un album di musica sinfonica. Oggi Steve Hackett è impegnato in molte attività musicali, gira il mondo tenendo concerti mai uguali a se stessi alcuni totalmente acustici, sempre supportato da alcuni dei migliori musicisti del pianeta, dove la sua chitarra rimane il fulcro su cui poggia lo spettacolo. Nell’estate di quest’anno ha tenuto cinque concerti in Italia conseguendo un ottimo successo di pubblico e di critica. Insignito nel marzo del 2010 alla “Rock And Roll Hall Of Fame”, si pone ancora oggi, dopo il loro scioglimento, come il testimone della musica dei “Genesis” e senza dormire sugli allori Steve, continua a tracciare nuovi sentieri musicali ponendosi come un artista eclettico e innovativo.

Artista: Steve Hackett

Titolo: Genesis Files

Genere: Progressive Rock

Anno: 2002

Etichetta: Recall Records UK

 

 

 

TRACKLIST:

Disco 1

1. Firth of Fifth

2. Watcher of the Skies

3. Riding The Colossus

4. Rise Again

5. Valley of the Kings

6. Time Lapse at Milton Keynes

7. Your Own Special Way

8. The Fountain of Salmacis

9. For Absent Friends

10. Twice Around The Sun


Disco 2

1. Horizons

2. Prizefighters

3. Camino Royale

4. I Know What I Like

5. Deja Vu

6. Waiting Room Only

7. Dance on a Volcano

8. The Steppes

9. In That Quiet Earth

10. Los Endos

 

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