C’è da chiedersi quale sia la vera anima dell’Olimpia. Se quella orgogliosa e leonina mostrata nell’ultima tornata di Eurolega (con qualificazione thriller all’ultimo istante) o se quella svuotata e svogliata vista nel derby con Cantù. La partita contro Avellino dice che per l’EA7 il tempo degli inciampi, dello sbaraglio e della gloria

(tutto in un’unica soluzione) non è finito: il risultato di 90-89 racconta una sfida pazzesca, piena di colpi di scena. La mancanza per infortunio di un campione come Hairston, che con i suoi punti ha tenuto alto il morale dell’Emporio Armani dopo la partenza di Gallinari, rischia di essere un problema per il coach Scariolo. Tant’é che la formazione meneghina ha un avvio narcolettico, come se stesse giocando a nascondino col proprio talento. Il primo parziale, 17-29, dà l’impressione che dopo la sconfitta di qualche giorno fa, per l’EA7 sarà un’altra serata da dimenticare, con Avellino che detta gioco e canestri grazie alla rapidità di gente come Green e Dean (entrambi 19 punti come Slay).

E invece Milano subisce, si dispera, riparte e lentamente rosicchia punteggio e sicurezza agli avversari. E’ il quarto periodo a sancire il sorpasso grazie alle triple di uno strepitoso Giachetti (17 punti) e di Mancinelli (14). I tre punti finali di un indomabile Green sanciscono la beffa per Avellino, che ha dominato gran parte dell’incontro, e il trionfo dell’Olimpia.

 

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