Non è in pericolo di vita, anche se le sue condizioni permangono gravi, Giulio Maffettone, il 57enne pluripregiudicato affiliato al clan camorristico dei Cava di Quindici (Avellino), ferito nella tarda serata di ieri da un colpo di fucile caricato a pallettoni a Pago Valle Lauro (Avellino). Lo si apprende da fonti sanitarie dell’ospedale di Nola (Napoli), dove Maffettone è ricoverato in prognosi riservata per le ferite riportate alla nuca e al collo che non hanno però interessato organi vitali. Altre due persone, un ex commerciante e un insegnante in pensione,entrambi settantenni, che stavano giocando a bocce insieme a Maffettone nel campetto improvvisato della frazione Pernosano di Pago Valle Lauro, sono rimaste ferite di striscio rispettivamente all’addome e alla spalla sinistra. Le loro condizioni non sono preoccupanti. Secondo le prime indagini dei carabinieri del comando provinciale di Avellino e della compagnia di Baiano (Avellino), sarebbero stati due i killer autori dell’agguato, “di chiara natura camorristica”, come ha spiegato il pm della Dda di Napoli, Francesco Soviero. Dopo aver esploso i colpi da notevole distanza, i due si sono dati alla fuga in auto. Maffettone, considerato fino al 2008 una figura apicale del clan, molto vicina a Biagio Cava, era stato condannato a sei anni di reclusione per estorsione e associazione camorristica ma da un anno era in libertà, sottoposto agli obblighi della sorveglianza speciale e di dimora nel comune di Pago Valle Lauro. Le indagini, avviate dal pm del Tribunale di Avellino, Teresa Venezia e passate per competenza alla procura antimafia di Napoli, tendono a stabilire se l’agguato si inserisce nella trentennale faida tra i clan Cava e Graziano. L’ultimo episodio riconducibile alla sanguinosa guerra tra i due clan, risale al 2006 quando venne a Nola (Napoli), durante i festeggiamenti del santo patrono, venne ucciso con sei colpi di pistola a bruciapelo il 49enne Felice Manganiello, considerato legato al clan Graziano. In corso perquisizioni e interrogatori di chi ha assistito all’agguato, insieme alla perizia balistica affidata dalla Procura avellinese ad Alessandro Lima, uno dei periti d’ufficio che si è occupato del bus precipitato dal viadotto autostradale il 29 luglio 2013.

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