POMPEI – “Dopo la Terra dei Fuochi ecco la…Terra dell’Acqua. Con una differenza non da poco: l’emergenza fiume Sarno rischia di essere dieci volte più grave rispetto a quella lamentata nel Casertano perché in quel corso d’acqua rischiamo di trovare quello che finora non abbiamo ancora trovato altrove”. Così il senatore Vincenzo D’Anna, vicepresidente del gruppo Gal, ma eletto in Campania nelle liste del Pdl-FI, intervenendo all’incontro dibattito organizzato questa mattina a Pompei, dall’associazione L’Altritalia Ambiente, per denunciare “l’inefficacia del Grande Progetto Sarno attualmente affidato all’agenzia regionale Arcadis”. “Di grande – sottolinea D’Anna – quel progetto ha solo il nome, perché in realtà tratta il Sarno alla stregua di un mero canale di scolo fognario e non, invece, di un fiume”. “Il governatore Caldoro – prosegue il parlamentare – dovrebbe intervenire e bloccare questo scempio, invece di appoggiarlo. E l’assessore Cosenza, prima di deliberare, bene farebbe ad informarsi meglio. L’esponente della giunta campana va troppo di fretta: è forse, per caso, già in campagna elettorale?”. “Per quanto mi riguarda – prosegue il senatore – sono pronto a tutto. Finanche a tirare in ballo Bruxelles affinché faccia pressione sul governo nazionale”. E ancora: “interpellerò il ministro dell’Ambiente Galletti affinché da un lato faccia luce sulla vicenda e dall’altro mi dica che fine hanno fatto i 50 milioni di euro stanziati, nel corso degli anni, per il disinquinamento del Sarno (così come pure fu denunciato, a suo tempo, dalla commissione parlamentare d’inchiesta)”. “Ma interrogherò anche il ministro alla Cultura Franceschini – rincara la dose D’Anna – perché il progetto, attualmente in corso d’opera, non solo rischia di distruggere per sempre l’habitat della Valle del Sarno affrontando l’emergenza solo ed esclusivamente da un punto di vista idraulico, ma anche perché con la paventata distruzione del canale Bottaro, pure prevista nel piano, si andrà a cancellare definitivamente una struttura che risale addirittura al XVII secolo”.

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