Da contenitore di video amatoriali di viaggi e gattini a media globale che punta su musica e programmi tv. Ha fatto nascere nuove professioni legate alla rete, fenomeni e personaggi diventati virali. Ha documentato fatti di cronaca in Italia e all’estero ed è diventato un mezzo per diffondere idee, sempre più spesso nel mirino di governi restrittivi. Spegne dieci candeline YouTube, la piattaforma video più popolare al mondo che due anni fa ha tagliato il traguardo di oltre un miliardo di utenti unici al mese, raggiungendo così Facebook. YouTube è stato fondato il 14 febbraio 2005 da tre ex dipendenti di PayPal – Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim – per poi essere rilevato da Google 21 mesi dopo per 1,65 miliardi di dollari. A questa prima ricorrenza si aggiunge quella importante del primo video caricato online che dette effettivamente il via alla piattaforma: fu inserito il 23 aprile 2005, si intitolava ‘Me at the Zoo’ ed era un filmato girato davanti alla gabbia degli elefanti dello Zoo di San Diego da uno dei fondatori. A far moltiplicare i video su YouTube sono i contributi degli utenti – lo slogan del sito e’ infatti ‘Broadcast Yourself’ – che sono aumentati esponenzialmente da quando la piattaforma e’ accessibile anche dagli smartphone. La crescita di popolarità di YouTube, che è disponibile in 61 lingue e 75 paesi e su cui ogni minuto vengono caricate 300 ore di video, va di pari passo con le innovazioni che nel corso degli anni sono state introdotte. La più recente, di pochi giorni fa, sono i filmati ‘multi angolazione’ che consentono allo spettatore di interagire cambiando inquadratura. La più clamorosa risale però al novembre scorso ed è l’ingresso della compagnia nel settore della musica a pagamento con ‘Music Key’, un servizio che mette a disposizione milioni di canzoni e video senza pubblicità, con un abbonamento mensile. In futuro il servizio potrebbe anche essere esteso ad altri settori come il cinema o i programmi tv, completando così la trasformazione da piattaforma ‘user generated content’, cioè con contenuti creati e pubblicati dagli utenti, a media globale. Per ora è però la musica il ‘core business’ di YouTube, come dimostra la hit Gangnam Style del coreano Psy, che a dicembre ha sbancato i contatori, con oltre due miliardi di visualizzazioni. La piattaforma è stata scelta anche come veicolo di comunicazione diretta da numerose istituzioni e personaggi di spicco come la Regina Elisabetta II, Rania di Giordania, il Vaticano, la Casa Bianca. E purtroppo anche dalla propaganda jihadista, che usa la rete e i social network per diffondere orrore. Ma la mole di video caricata ogni giorno non consente una eventuale censura di questi contenuti. “Sarebbe come filtrare una telefonata prima che sia fatta”, ha spiegato Verity Harding, public policy manager di Google, che qualche settimana a Bruxelles ha lanciato l’allarme.


 

 

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