“Giustizia, finalmente, è stata fatta”. Ha ritrovato il sorriso Mimma Noviello, figlia di Domenico Noviello, l’imprenditore titolare di un’autoscuola ucciso a Castel Volturno il 16 maggio del 2008 dal gruppo stragista del clan dei Casalesi guidato da Giuseppe Setola, dopo la sentenza della Cassazione che qualche giorno fa ha condannato a trent’anni tre dei 10 componenti del commando di fuoco che hanno scelto la via del rito abbreviato, tra cui il killer Massimo Alfiero (gli altri due sono Davide Granato e Massimo Bartolucci, ndr) che trucidò il padre, che alcuni anni prima aveva denunciato e fatto condannare gli estorsori del clan, con 22 colpi di pistola. “La Cassazione ha scritto una parola definitiva su personaggi che hanno fatto del male alla mia famiglia e alla nostra terra ma fino alla fine – prosegue la Noviello – l’avvocato di Alfiero ha provato in tutti i modi ad ottenere una forte riduzione di pena. Se la Corte avesse accolto la sua richiesta per me e i miei familiari sarebbero stato un duro colpo. Queste persone devono pagare tutto”. Sembra lontana l’amarezza dei giorni di novembre scorso in cui la Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere condannò Setola e gli altri sette elementi del gruppo ma la scena mediatica fu conquistata dallo stesso Setola con i suoi continui colpi di testa, con la sua decisione di collaborare e di ritrattare poco dopo.