Nooo! Quando è troppo è troppo. Il sermocino su legalità e trasparenza da Forza Italia Caserta non lo possiamo tollerare. Vabbè che in politica si può dire tutto e il contrario di tutto, ma che gli azzurri si ergano a “giudici” e sparino sentenze è davvero insopportabile. E soprattutto non possiamo credere (sarebbe troppo offensivo per quel minimo di intelligenza che ci è rimasto) alla favoletta sull’Asi che, attraverso una nota stampa, ci racconta il coordinamento provinciale di Fi. Gli azzurri sono saliti sul pulpito all’indomani della nomina di Anthony Acconcia a direttore generale del Consorzio. “Le modalità seguite e per i suoi stessi aspetti sostanziali, – si legge nel comunicato – suscita fondati dubbi sulla legittimità di tutto il procedimento. Una vicenda opaca che desta molta preoccupazione, una delibera che non ha ottenuto il voto favorevole dei due componenti in seno al Comitato Direttivo, il Prof. Fulvio Granata ed il Dott. Dario Di Matteo”. Ma per cortesia. Di dubbi sulla legittimità del nuovo Cda Asi ce n’erano a bizzeffe già al momento dell’elezione, senza che Forza Italia abbia mai detto una parola. Ma allora aveva trovato l’intesa sui nuovi vertici, spartendosi le poltrone, quindi tutto andava bene. Ora che la nomina di Acconcia non è gradita perché gli azzurri volevano accaparrarsi il posto di direttore generale si grida allo scandalo. E si tenta di scaricare goffamente sul Pd le responsabilità di una scelta che è scaturita dall’evidente spaccatura tra Carlo Sarro e Domenico Zinzi. Udite, udite: “Ci troviamo di fronte ad un vero e proprio blitz del Partito Democratico – recita un passo della nota di Fi – che ha preferito forzare la mano e procedere ad una nomina, per altro non inserita all’ordine del giorno della seduta di ieri, approvata con un solo voto di scarto. L’aver introdotto surrettiziamente un argomento così importante nel corso della seduta, incrina il rapporto fiduciario con la Presidente del Consorzio che, in modo tanto plateale, è venuta meno ai doveri di garanzia e di imparzialità”. Poi un altro sermoncino sulla legalità: “È ovvio che tanto i Sindaci di Forza Italia quanto i componenti del CdA da loro espressi agiranno per ripristinare la legalità violata e vigileranno attentamente perché in futuro analoghi episodi non abbiano più a ripetersi”. In realtà, gli azzurri sbraitano perché, come partito, rivendicavano la poltrona di direttore generale, in base al patto con Pd e alfaniani. Ma fanno finta di dimenticare che l’accordo sull’Asi si reggeva sull’intesa anche sul Consorzio idrico. E Sarro aveva garantito che nel giro di pochi giorni sarebbe stata convocata l’assemblea dei sindaci per l’elezione del nuovo Cda dell’idrico. Ma Domenico Zinzi, come è suo solito, gli ha fatto un brutto (ma prevedibile) scherzo. Il presidente della Provincia, che ha in mano l’idrico, non lo vuole mollare almeno fino alle regionali per tirare meglio la volata al figlio Giampiero, candidato nelle fila di Forza Italia. Sfumata l’elezione dei nuovi vertici del Consorzio idrico è tramontata anche l’ipotesi che la poltrona di direttore generale dell’Asi, spettante a Ndc, potesse essere ceduta a Fi in cambio della presidenza dell’idrico. Ecco la verità. Nuda e cruda. Altro che le chiacchiere del comunicato stampa tipo: “la designazione del Prof. Granata all’interno dell’organo esecutivo da parte dei Sindaci di Forza Italia puntava a ridare slancio all’Ente e a cambiare registro nella sua gestione, con l’obiettivo di evitare ritorni al passato, quando si distribuivano solo incarichi e prebende con criteri clientelari, e di impedire la pratica di antiche camarille che hanno contraddistinto la vita dell’Asi come di altri enti negli ultimi anni; sia ben chiaro a tutti che non consentiremo in alcun modo che questi obiettivi possano essere disattesi”. Caro onorevole Sarro, se Totò fosse ancora tra noi non potrebbe che dirle: “Mi faccia il piacere!”.
Mario De Michele