Scalzi, denutriti e stanchi: sono i 540 profughi sbarcati poco fa al molo Manfredi di Salerno dalla nave della Marina militare italiana Chimera. 365 gli uomini, 174 le donne e un minore non accompagnato hanno toccato per la prima volta terra a Salerno. Con loro anche un bimbo di pochi mesi tenuto stretto da una donna. I migranti sono stati recuperati da due barconi in avaria a 150 miglia a Sud di Lampedusa al largo di Tripoli. Tra di loro nessuno scafista. Sotto un tendone a parte sono stati sistemati un centinaio di profughi affetti da scabbia. La prima a scendere una donna incinta avvolta e protetta dal suo niqab rosso fuoco. Si tratta di una ragazza al nono mese di gravidanza prossima a partorire. Con lei sono tre o quattro le donne incinte che probabilmente rimarranno nel Salernitano in attesa del parto. “Abbiamo fotografato e identificato tutti – racconta il questore di Salerno, Alfredo Anzalone – e non abbiamo registrato, per ora, alcuna criticità. Si tratta di somali ed eritrei. Ancora una volta abbiamo accolto queste persone riservando la massima attenzione umana che meritano”. “Si tratta – spiega Giovanni Cirillo, vice prefetto vicario della Prefettura di Salerno – dell’ottavo sbarco avvenuto dall’estate del 2014”. Di questi 540 migranti, una parte rimarrà in Campania, nel Salernitano. Sicuramente quelli affetti da scabbia. “Stiamo valutando – aggiunge Cirillo – il numero esatto dal momento che i precedenti sbarchi hanno determinato un progressivo affollamento dei centri di accoglienza. Gli altri, invece, saranno trasferiti in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Calabria. Faremo comunque fronte a tutte le esigenze. Siamo ormai collaudati per contrastare qualsiasi emergenza”.