Vedo troppi visi tirati in giro, forse più preoccupati per il proprio tornaconto che per il futuro; in tutta onestà credo il centrodestra casertano debba esultare per il risultato elettorale. Si trattava, infatti, di una competizione basata su un collegio unico provinciale e qui hanno stravinto tanto Caldoro quanto le liste collegate tra le quali Forza Italia ha addirittura brillato. Ritengo anzi che sia stata penalizzata nell’assegnazione dei seggi da una legge elettorale che garantirà pure la governabilità ma, intanto, distrugge i partiti. Nel rammarico per la mancata assegnazione del secondo seggio ad una sorprendente Lucrezia Cicia che, contrariamente al candidato del Sindaco, l’Arch. Greco, è riuscita a superare i confini del capoluogo, non posso che dichiarare la mia enorme soddisfazione per il risultato di Gianpiero. Ero certo di farcela ed ero certo che saremmo arrivati primi, ma superare le 21mila preferenze e, soprattutto, doppiare la seconda è stato incredibilmente esaltante. Avevamo proposto all’elettorato una leadership provinciale e le urne ci hanno regalato un potenziale leader regionale. Fatte le debite proporzioni, Zinzi ha ottenuto molti più voti del primo degli eletti di Napoli e ha superato perfino Angelo Polverino, che venne eletto in una FI sopra il 30% mentre i campani avevano tutti un solo obiettivo: liberarsi di Bassolino. Stavolta era diverso ed è palese che senza la sua candidatura gli azzurri avrebbero senz’altro confermato il trend negativo mostrato alle ultime europee. Le ragioni sono tante, mentre nel capoluogo Gianpiero si è guadagnato tutto da solo, con umiltà e competenza, il consenso di chi non voleva andare a votare o voleva votare contro (moltissimi i voti disgiunti con De Luca e ancora di più con la Ciarambino), in periferia egli ha beneficiato dell’eccellente lavoro di tanti amministratori e moltissimi giovani che non avevano intenzione di lasciarsi sfuggire l’occasione di rinnovare la classe dirigente di un centrodestra piegato sui soliti nomi e a corto di idee. Perché, tra ben otto candidati hanno scelto di appoggiare proprio Zinzi? Perché hanno avuto modo di apprezzare il modo di lavorare e i risultati conseguiti dall’ex presidente provinciale e hanno ritrovato nel nostro candidato le medesime doti di leadership. E’ inutile girarci intorno, Domenico Zinzi è stato un eccellente Presidente e lo confermano sia i risultati nel settore del trattamento dei rifiuti, della depurazione dei corsi d’acqua e della viabilità, sia la schiacciante vittoria del suo erede Angelo Di Costanzo a Corso Trieste. Benchè fosse stato eletto con un altro partito, il Presidente Zinzi ha avuto la capacità di diventare un punto i riferimento per la sua giunta (in larga parte forzista fin dall’inizio) ben prima di entrare a far parte di FI, se il Sindaco di Caserta avesse preso esempio da lui, oggi non si troverebbe in questa situazione che sta diventando motivo di imbarazzo anche per i vertici nazionali del partito che iniziano a parlare dello strano caso di Pio Del Bostik e del consiglio dimezzato. Se non ci spieghiamo noi cosa ci faccia a Palazzo Castropignano un Sindaco sfiduciato dalla propria maggioranza da nove giorni e mortificato dal risultato elettorale da due, come volete che lo comprendano a Roma?
Paolo farina, ex consigliere comunale Caserta