Chiedevano il pizzo per conto del clan ai negozianti di Secondigliano, area nord di Napoli: con l’accusa di estorsione sono stati arrestati dai carabinieri, a conclusione di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale della Procura della Repubblica di Napoli, tre persone: Paolo Abbatiello, Giuseppe Vacca e Giovanni Napoli. Per loro anche l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il gruppo camorristico dei Licciardi di cui Abbatiello è considerato il reggente. Proprio Abbatiello, già condannato per associazione mafiosa, era stato scarcerato per decorrenza dei termini ed aveva ripreso il controllo sul territorio di influenza del clan (Secondigliano e in particolare Masseria Cardone). I tre, in particolare, avrebbero chiesto il pagamento di una tangente da 100 mila euro da versare entro quindici giorni prospettando ai commercianti in caso di diniego la chiusura delle loro attività e la necessità di andare via da Secondigliano lasciando le loro abitazioni. Le estorsioni sono state messe a segno tra aprile e maggio scorso. Nella stessa vicenda risultano coinvolti anche altre due persone (Massimo Iair e Daniele Granata) già destinatari di misure cautelari e legati a Ciro Cortese, ucciso in un agguato di stampo camorristico lo scorso 27 aprile. Granata è stato arrestato in flagranza di reato, mentre per Iair è scattato il fermo. I due agivano come esattori e mediatori con il clan Licciardi. Agli indagati viene contestata una ripartizione dei ruoli tra soggetti appartenenti a clan distinti ma alleati tra loro, i Licciardi e i Vanella Grassi. Determinante per la ricostruzione dei fatti è stata la collaborazione delle persone offese. Ma decisive anche le intercettazioni e le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia appartenenti a diversi clan operanti su Secondigliano-Scampia.

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