C’è quiete assoluta, questa mattina, al S.Raffaele di Milano, e in particolare al civico 46 di via Olgettina, residenza di don Verzé, il fondatore dell’ospedale milanese morto ieri a 91 anni. La camera ardente per il sacerdote che ha fondato il noto complesso ospedaliero sarà infatti aperta soltanto domani e,
per ora, solo pochi amici hanno voluto rendere omaggio alla salma. Dinanzi al cancello chiuso, costantemente controllato da due vigilantes, stazionano le telecamere e i giornalisti di varie testate. Intanto la Guardia di Finanza ha acquisito la cartella clinica di don Verzé. Secondo quanto ha spiegato il portavoce dell’ospedale, Paolo Klun, si tratta di “una prassi consolidata per i casi di persone coinvolte in vicende finanziarie” E’ in corso, nella cappella privata della casa di don Luigi Verzé accanto all’ospedale, una messa celebrata da don Martino. Poco dopo le 12 ha varcato il cancello di via Olgettina 46 il furgone della ditta che si occuperà dell’allestimento della camera ardente. Tra le persone che hanno porto omaggio alla salma c’é anche il professor Guido Pozza, già sovrintendente scientifico del San Raffaele e tra i fondatori dell’istituto.
“Andava avanti nella sua opera – ha detto il professore – ed era sereno”. A raggiungere via Olgettina, anche il dottor Felice Inversi, accanto a don Verzé dal 1973. “Mi è sempre stato vicino, anche quando mi sono ammalato – ha detto Inversi -, e l’istituto per me è stata una seconda casa. L’ultima volta l’ho visto alla messa di Natale, la sua salute era già molto precaria. Era provato, ma cercava di reagire”. “Con lo stress che gli hanno procurato, lo hanno aiutato a morire”, ha detto il cantante Al Bano, amico di Don Luigi Verzé, in collegamento telefonico con l’inviata Rai, che questa mattina staziona dinanzi alla residenza del sacerdote, in via Olgettina 46 a Milano.
“Ha provato tanta sofferenza – ha continuato Al Bano -, da voler abbandonare la vita. Contro di lui sono stati usati toni troppi aggressivi, e don Luigi era molto amareggiato”. “Era un religioso – ha concluso Al Bano – sulla cupola ha messo il simbolo dell’angelo Raffaele, non una discoteca. Perché tante polemiche?”.