“I numeri delle sentenze definitive relative a processi per corruzione in Italia sono disastrosi”. Così il presidente dell’Anac Raffaele Cantone al Forum su “Anticorruzione e Trasparenza” organizzato ad Aversa (Caserta) dall’Ordine dei Commercialisti del circondario del Tribunale di Napoli Nord per fare il punto sull’applicazione della Legge Severino a tre anni dall’entrata in vigore. “Questi dati sono simili a quelli registrati in Svezia e negli altri Paesi nordici – ha proseguito l’ex pm antimafia – dove però il livello di corruzione nella pubblica amministrazione è bassissimo rispetto all’Italia. Purtroppo far emergere casi di corruzione in Italia è difficile, in quanto nessuno denuncia. Sarebbe necessario che prima dell’intervento penale fossero predisposti strumenti di prevenzione; e in questo senso le legge Severino va nella direzione giusta, con la previsione dei ‘piani di prevenzione della corruzione’, anche se poi le pubbliche amministrazioni che dovrebbero predisporli e applicarli li copiano da altri enti e, dunque, non mostrano grande volontà di adeguarsi. Però laddove sono stati realizzati e funzionano, mi riferiscono soprattutto la Nord Italia, qualcosa sta cambiando”. Sulle previsioni della normativa relative alla trasparenza delle PA, il presidente dell’Autorità Anticorruzione ha spiegato che “vanno semplificate le incombenze burocratiche richieste agli enti pubblici per compilare il piano di trasparenza, e abbiamo chiesto al Governo di intervenire; i siti internet sull’amministrazione trasparente sono inoltre strumenti fondamentali per i cittadini”. Cantone – sollecitato dai giornalisti – non ha voluto poi commentare nel merito l’iniziativa del governatore Vincenzo De Luca, “Campania Casa di Vetro”, limitandosi a dire: “verificheremo”. Cantone è poi intervenuto sugli ordini professionali, precisando che “sono enti pubblici a tutti gli effetti e anche per loro la trasparenza, oltre ad essere un dovere giuridico, è un dovere morale”. Al Forum ha preso parte anche il capo della Procura della Repubblica di Napoli Nord Giuseppe Greco, che ha ammesso di avere “difficoltà a fare indagini sui reati di corruzione commessi da appartenenti alle forze dell’ordine, specie quando gli accertamenti vengono affidati ad altre forze dell’ordine, perché spesso viene a mancare la necessaria e prescritta segretezza. Sarebbe auspicabile che indagasse un organo centrale di polizia come la Dia”.

 

 

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