Secondo quanto si e’ appreso la donna, alla guida di un camper, e non di un’auto, dopo aver fatto scendere il bambino, sarebbe ripartita per parcheggiare in uno spiazzo sterrato ad una ventina di metri. Il volume del mezzo e il fondo dissestato, probabilmente, non avrebbero consentito alla conducente di rendersi conto del corpo del figlio agganciato al veicolo.

Dopo qualche metro la cinghia dello zainetto, rimasta impigliata fra carrozzeria e portiera, avrebbe ceduto, provocando la perdita di equilibrio del bambino e la sua caduta sotto le ruote del pesante veicolo da campeggio. Per la ricostruzione della dinamica, alla quale avrebbe assistito una donna, si attende l’esame di una videocamera installata in una vicina palestra. Al momento dell’accaduto molti compagni del piccolo erano gia’ nelle loro aule ed altri non erano ancora arrivati per cui si tende ad escludere che i minori abbiano osservato direttamente la tragedia. Gli scolari sono rimasti nelle loro aule ed i genitori di tutti, nel frattempo, sono stati avvertiti. Alcuni sono giunti nel corso dell’orario di lezione per riportare a casa i figli. Emilio Masetto, che aveva un fratello maggiore, abitava a Tarzo (Treviso) con la famiglia. ”Ho gia’ convocato una riunione urgente della giunta comunale – ha detto il sindaco di Revine, Battista Zardet, uscendo dall’obitorio dove ha portato conforto al padre del ragazzino – per decidere quali iniziative pubbliche adottare in occasione del funerale, senz’altro si optera’ per il lutto cittadino”.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui