L’aula del tribunale di Napoli Nord ad Aversa (Caserta) era troppo piccola per ospitare imputati e avvocati, così il processo a imprenditori e manager della Cpl Concordia, indagati a vario titolo per concorso esterno in associazione camorritica in relazione ai lavori metanizzazione dell’agroaversano, è stato rinviato tra le polemiche.
Il collegio, insieme ad avvocati ed imputati, era stato già costretto in mattinata a cambiare aula, per la mancanza dell’impianto per la videoconferenza; ma poi le parti, un piccolo esercito che ha fatto su e giù per le scale del tribunale, è tornato nell’aula di partenza, piccola e inadeguata; nel processo rinviato al 19 febbraio sono imputati Roberto Casari, ex presidente della Cpl Concordia, già ai domiciliari per la vicenda degli appalti di Ischia (processo ordinario in corso davanti al Tribunale di Modena a marzo dove è imputato anche l’ex sindaco di Ischia Ferrandino), gli imprenditori casertani Antonio Piccolo e Claudio Schiavone, e i manager Cpl Giuseppe Cinquanta e Giulio Lancia. Il processo è scaturito dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Iovine, ex capoclan dei Casalesi catturato dopo 15 anni latitanza; secondo la Dda i manager della Cpl Concordia, cui erano stati affidati i lavori di metanizzazione di numerosi comuni del casertano, si sarebbero accordati con il clan dei Casalesi, in particolare con i reggenti delle cosche Schiavone e Zagaria, che gestivano l’affare della metanizzazione attraverso imprenditori vicini. “Ci sono degli evidenti problemi di carattere strutturale e logistico al tribunale di Napoli Nord dice l’avvocato Giuseppe Stellato, legale di uno degli imputati per questo alla prossima udienza, se i problemi continueranno, chiederemo formalmente lo spostamento del processo all’aula bunker del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, più capiente e fornita di collegamento per la videoconferenza e celle per i detenuti”.