I carabinieri hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per omicidio al boss Domenico Belforte, capo dell’omonimo clan attivo a Marcianise e nei comuni limitrofi, compreso il capoluogo Caserta, e a due suoi fedelissimi, Pasquale Cirillo e Gennaro Buonanno. Il provvedimento, emesso dal Gip di Napoli su richiesta della Dda, si basa sulle dichiarazioni dell’altro capoclan oggi pentito, Salvatore Belforte, fratello di Domenico. La vicenda contestata riguarda l’agguato mortale a Pasquale Dallarino, avvenuto nel 1997 a Marcianise nell’ambito della faida per il controllo delle attività illecite che in quel periodo contrapponeva i Belforte al clan rivale dei Piccolo; una lunga scia di sangue che costò oltre 50 morti per omicidio e costrinse l’allora prefetto di Caserta a ordinare un vero e proprio coprifuoco serale, con la chiusura anticipata degli esercizi pubblici alle 22. Dallarino, ha raccontato ai magistrati della Dda napoletana – Procuratore Giovanni Colangelo, Aggiunto Giuseppe Borrelli e sostituto Luigi Landolfi – Salvatore Belforte, fu raggiunto da numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi da Domenico Belforte e da Cirillo mentre era in auto; tra l’altro Domenico Belforte in quel periodo era sottoposto alla misura dell’obbligo di soggiorno nel comune di Martinengo (Bergamo) e venne a Marcianise unicamente per l’agguato. Dalle indagini, effettuate dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, è poi emerso anche il coinvolgimento di Buonanno, quale specchiettista, ovvero colui che segnalò la presenza di Dallarino.


 

 

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