Grazie a una ingente frode fiscale messa a segno speculando sull’Iva non versata, vendevano telefoni cellulari di grido, a prezzi estremamente concorrenziali, anche a importanti catene commerciali. É quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Napoli che sta sequestrando beni (immobili, conti correnti e veicoli), per 48,5 milioni di euro, ai componenti di un’associazione per delinquere con base nel capoluogo partenopeo e propaggini anche nell’hinterland laziale. Il sistema girava intorno alla cosiddetta “frode carosello”, che, dal 2009 al 2013, ha consentito all’organizzazione criminale di produrre fatture per centinaia di milioni di euro per inesistenti operazioni d’acquisto di prodotti informatici ed elettronici. Complessivamente l’Iva evasa ammonta a circa 31 milioni di euro. A capo dell’organizzazione c’erano Vincenzo Porpora, 44 anni, Francesco Cammarota, 41 anni, e Salvatore Sovereto, 59 anni, che sono indagati insieme ad altre 29 persone.

 

 

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