CESA. “Piuttosto che stendere un velo pietoso rilasciando dichiarazioni fuorvianti, è arrivato il tempo di fare chiarezza”. Con questa parole, il portavoce del portavoce del M5S di Cesa, Raffaele Bencivenga, fortemente sostenuto dalla collega Amelia Bortone, ha risposto alle esternazioni della coordinatrice del Pd cesano, Antonietta De Michele, rilasciate nella giornata di martedì in merito alla transazione cimiteriale. “Oggi – dice l’esponente politico di opposizione – è scesa in campo la signora Da Michele, che si è scagliata contro la mia persona, affermando che il mio voto reso noto nell’ultimo consiglio comunale riguardante il cimitero, è stato un voto contro me stesso. Nessuna falsità più grande di questa. Nel 2009 ero in consiglio comunale ed ero in quel consiglio che deliberò la variante sul cimitero con voto unanime. Qualora qualcuno se lo fosse dimenticato, unanimità vuol dire voto trasversale condiviso da maggioranza ed opposizione. Nell’ultimo consiglio comunale, il gruppo 5 stelle si è astenuto, perché sono state chieste formalmente delle spiegazioni sul fatto che, a distanza di sette anni, il provvedimento fosse riportato nuovamente in consiglio. Cosa avrebbero dovuto dire di nuovo i responsabili? Noi, che siamo per la trasparenza amministrativa, vogliamo conoscere il numero dei loculi venduti e le somme incassate. Inoltre, è nostro diritto sapere quanti sono quelli ancora da vendere. Fermo restando l’atto dovuto di saldare la società esecutrice dei lavori per non dover sostenere un giudizio a carico del Comune, rendiamo noto a tutti che la nostra posizione è chiara e la faremo emergere in ogni circostanza. Vogliamo chiarezza, vogliamo che la segretaria comunale si adoperi per fornirci un quadro riepilogativo ben preciso da riportare in ogni bacheca affissioni di questo paese, che si capisca perché 132mila euro non sono mai stati messi a bilancio. In mezzo c’è un lavoro equivalente ad almeno 2 milioni di euro. Possibile che di fronte a questa cifre non si possa ottenere nemmeno una stima? Piuttosto che attaccare la mia persona, se fossi in loro penserei a sciogliere il nodo della situazione che sta diventando sempre più stretto e che rischia di far rientrare il comune in una causa legale”.

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