Il PD si ritrova, dopo la tornata elettorale recente, a guidare alcune delle principali città della Provincia. Questo dato segna un’inversione di tendenza, ma da solo non basta a determinare la discontinuità politica e dunque a concretizzare il cambiamento atteso da centinaia di migliaia di concittadini della nostra provincia. Perché la discontinuità è un processo, non un fatto puntuale. Abbiamo fatto negli ultimi anni una dura battaglia interna per affermare la necessità di discontinuità nella gestione di istituzioni locali come l’ASI, e adesso siamo all’epilogo. Siamo sempre stati convinti che non si trattasse, così ieri come domani, di nomi o di facce nuove, ma di metodo. E chi ieri ha continuato a gestire secondo lo schema consociativo, nonostante il parere contrario dell’assemblea del PD, è restato intrappolato in una logica consolidata e dannosa. Leggere ancora di una nomina apicale a tempo indeterminato senza procedura di evidenza pubblica ci conferma nella necessità di quella battaglia. Oggi ribadiamo che la partecipazione del PD deve essere subordinata al superamento di uno schema di pura e autoreferenziale gestione del potere. La nostra deve essere pratica di cambiamento reale nei diversi ambiti della vita economica e sociale. Poiché lo schema attuale, come dicevamo già due anni fa, non è a ciò orientato, è opportuno chiudere da subito e definitivamente il capitolo della partecipazione ad enti ormai obsoleti come l’ASI, piuttosto che rendersi corresponsabili di atti inutili e dannosi. E’ questo il tempo e questo va immediatamente fatto dai rappresentanti istituzionali del PD: la nostra presenza nell’ASI va azzerata e con essa gli organismi di governo; solo a partire da ciò si favorirà anche il rinnovamento promesso da De Luca con la regionalizzazione degli interventi a sostegno degli insediamenti industriali. Siamo convinti che il PD deve essere interprete di una fortissima e riconoscibile capacità di innovazione amministrativa e gestionale della cosa pubblica per affermare il cambiamento sociale e culturale, e deve delineare con chiarezza con quali forze e per chi fare questo cammino riformatore. E pertanto abbiamo bisogno di essere attrattivi delle migliori energie morali ed intellettuali, che non è affatto detto che oggi siano a nostra disposizione. E abbiamo bisogno di ricostruire ponti con coloro i quali subiscono da tempo ormai la più violenta delle crisi sociali ed economiche. E per far questo dobbiamo riconquistare credibilità e fiducia nei nostri confronti, con atti e non con le parole.

Rifare l’Italia Caserta

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