L’ex sottosegretario del Pdl Nicola Cosentino è stato condannato a nove anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per concorso esterno in associazione camorristica. La sentenza del tribunale di S. Maria Capua Vetere è stata letta in aula pochi minuti fa. Circa un’ora prima della lettura della sentenza Cosentino aveva lasciato l’aula per tornare nell’abitazione di Venafro dove si trova agli arresti domiciliari. – Il collegio del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduto da Giampaolo Guglielmo (a latere Rosaria Dello Stritto e Pasquale D’Angelo), ha anche condannato Nicola Cosentino alla interdizione legale per il periodo della condanna e alla misura di sicurezza della libertà vigilata di due anni, da scontare dopo la pena. I giudici hanno escluso inoltre l’ipotesi del riciclaggio, concernente il presunto cambio da parte di Cosentino degli assegni bancari consegnatigli da emissari del clan; l’ipotesi era ricompresa in quella principale di concorso esterno. I magistrati hanno poi ritenuto la sussistenza della colpevolezza dell’ex sottosegretario fino all’8 dicembre 2005, mentre per il pm Alessandro Milita – che durante la requisitoria aveva chiesto 16 anni di carcere – le condotte incriminate sarebbero andate avanti dal 1980 fin quasi ai giorni nostri. Le motivazioni saranno depositate entro il termine di novanta giorni.


I legali di Cosentino De Caro e Montone, a caldo, hanno commentato: “E’ una sentenza che non mi convince. La valuteremo. Sono convinto che Cosentino non abbia commesso il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, aspettiamo le motivazioni”. Per il pm Alessandro Milita, la sentenza “rende merito al grande lavoro della Dda, sia dei colleghi attualmente in servizio sia da quelli che iniziarono l’inchiesta”. La sentenza, gli hanno chiesto i cronisti, getta un’ombra sulla politica casertana? “E’ riduttivo dire un’ombra”, è stata la risposta del pm.

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