“Servono progetti concreti per dare lavoro; noi stiamo pensando a come favorire le cooperative per creare lavoro non solo per un giorno o un mese, ma per il futuro e in continuità” dice il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli in occasione dell’Immacolata, e lancia l’allarme sui baby boss: “Giovani che si ergono a capo clan” e “accanto ad essi o alle loro dipendenze, giovanissimi, baby gang che, senza alcun freno, senza alcuna regola per quanto scellerata, commettono reati, aggredendo per strada persone”. Ragazzi che aggrediscono, ha sottolineato il cardinale, “altri giovani come loro, donne indifese, personale dei mezzi di trasporto”. Sepe, nel tradizionale ‘Discorso alla città’ in occasione dell’Immacolata, parla di “un pericolo grave, che mina e stronca il futuro di questi ragazzi e la vivibilità della comunità. Contro questo andazzo non possiamo aspettare. Dobbiamo attivarci, riflettendo insieme, agendo insieme. C’è un serio fenomeno sociale che va bloccato”. “I giovani non li salviamo se non diamo loro una speranza di un futuro; tanti, troppi di essi si sentono sfiduciati, perduti. Molti finiscono nella rinuncia, nella rassegnazione, nella depressione, sono risorse vive, intelligenze che perdiamo. Alcuni altri, non pochi, si lasciano attrarre dalla strada e dalle amicizie sbagliate, finendo con il farti lusingare dei mercanti di morte”. “Dobbiamo salvare Napoli per i giovani. Per Napoli, c’è la necessità di allargare al Vangelo il respiro della nostra presenza e di ogni singolo atto del nostro vivere civile” conclude.

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