CASTELVOLTURNO – Si chiama ‘Vestiamo la liberta” ed é un laboratorio di sartoria sociale in un bene confiscato alle mafie di Castel Volturno (Caserta) per ragazze vittime della tratta, in prevalenza africane, inserite in percorsi di recupero. Il progetto, organizzato dall’associazione Jerry Maslo, è stato selezionato da Libera e dalla fondazione Unicredit leasing che lo sostiene con un finanziamento di 80 mila euro stanziato oggi nel corso di una cerimonia a Milano. A breve verranno ristrutturati i locali del bene confiscato, verranno acquistati i macchinari industriali, verrà disegnata la linea di abbigliamento e si procederà alle selezione delle beneficiarie con precedenti di sfruttamento sessuale già inserite in percorsi di recupero. Le donne impegnate nei lavori di produzione potranno frequentare un corso di lingua italiana e saranno formate all’utilizzo dei macchinari per la lavorazione sartoriale. Verranno affrontate anche tematiche quali la gestione dìimpresa e l’economia sociale e si provvederà alla promozione dei prodotti attraverso eventi e sfilate. Il progetto si propone inoltre di sviluppare una rete commerciale, a partire dall’acquisto dei tessuti, con il Burkina Faso, Paese con cui esiste già un rapporto di collaborazione. “La lotta alla criminalità organizzata non è solo compito degli organi di polizia e della magistratura – dice il presidente di Unicredit leasing, Ivan Lo Bello – Senza creare solidi argini, in primo luogo culturali, non riusciremo mai a sconfiggere definitivamente le mafie che minacciano la crescita civile ed economica della nostra società”. Unicredit ha diffuso anche un messaggio di saluto inviato dal presidente di Libera, don Luigi Ciotti. “I beni confiscati e restituiti alla collettività – si legge nel messaggio – saldano l’etica e l’estetica, il giusto e il gusto. Usare queste proprietà frutto di violenza è il più grande schiaffo alle mafia”

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