Sono cinque cittadini serbi ed una donna romena, tutti di etnia rom, i componenti della banda sgominata dalle squadre mobili di Verona e Bergamo, accusati a vario titolo di partecipazione ai furti commessi in alcune gioiellerie, con un bottino di oltre un milione e mezzo di euro. Quattro arrestati sono finiti in carcere a Roma, uno a Napoli, mentre la donna romena, 29enne, domiciliata a Bussolengo (Verona) è detenuta nel carcere veronese di Montorio. I cinque uomini hanno tra i 27 e i 37 anni e sono residenti a Roma, Tivoli e Giuliano in Campania (Napoli). Le indagini della Polizia di Stato hanno preso il via dalla prima “spaccata” compiuta il 2 febbraio di due anni fa in una gioielleria di Verona, dove la vetrina venne sfondata a colpi di mazza e quattro malviventi si impossessarono di gioielli e orologi del valore di 150mila euro, fuggendo poi a bordo di auto con targhe trafugate. Pochi giorni dopo il secondo colpo a Prato, il giorno seguente a Bergamo, trafugando in soli quattro minuti preziosi per un milione di euro. Le modalità dei furti hanno dato la conferma agli investigatori che fosse all’opera sempre la stessa banda. Per questo presso la Squadra Mobile scaligera è stato attivato un pool composto dagli investigatori delle Squadre Mobili di Verona e Bergamo, coordinati dal Servizio Centrale Operativo di Roma. L’analisi degli impianti di videosorveglianza e di migliaia report telefonici ed in seguito l’ascolto delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito poi di identificare tutti gli autori dei furti e di accertare che gli stessi, di base a Roma e Napoli, partivano in trasferta verso varie città d’Italia per perpetrare nel giro di pochi minuti furti di ingente valore. Infatti le attività d’indagine hanno permesso inoltre di attribuire ad alcuni degli arrestati, in concorso con altri, ulteriori colpi messi a segno con le stesse modalità alle gioiellerie di Pedaso (Ascoli Piceno) e Milano Marittima (Ravenna) nel mese di maggio 2015 e di Pulsano (Taranto) nel mese di giugno dello stesso anno. Il pubblico ministro titolare delle indagini, Bianca Rinaldi, ha così ha richiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Verona, Laura Donati le misure cautelari che sono state eseguite.

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