Ieri sera c’è stato il tavolo di confronto tra Whirlpool e governo e ‘le armi’ usate dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sono gli 8 milioni di euro di incentivi che lo Stato sta per concedere all’azienda statunitense e che potrebbe riprendersi se la multinazionale decidesse di abbandonare o chiudere lo stabilimento di Napoli. Questo è il piano per salvare la storica sede ex Indesit di via Argine e convincere gli americani a desistere dai loro propositi: andare via dal centro campano, nonostante lo scorso ottobre abbiano firmato un piano per rilanciare tutta la produzione italiana con un investimento da 250 milioni. Dei quali 17 in Campania, tra la stessa Napoli e quello che rimane a Carinaro.
Per la cronaca Di Maio ha anche dato sette giorni al colosso del bianco, perché gli si presentino soluzioni alternative: cioè se c’è un compratore. Ma che nelle trattative non ci siano altre strade, è stato chiaro al ministero dello Sviluppo, dove il vicepremier ha convocato ieri sindacati e soprattutto l’azienda. E in questa sede il leader pentastellato ha mostrato la faccia più feroce che ha davanti all’amministratore delegato in Italia di Whirlpool, Luigi La Morgia. Gli ha ringhiato che “non intende partecipare a questo gioco delle tre carte”, di voler trattare soltanto con i proprietari americani “perché con voi ormai non so chi comanda e non siete credibili”, che siamo davanti “a un atteggiamento gravissimo che spinge lo Stato italiano a farsi rispettare”.

 

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