E’ la pista dei gruppi neonazisti quella privilegiata dalla gigantesca caccia all’uomo scattata oggi nella regione della Garonne, attorno a una Tolosa che nessuno aveva visto mai così blindata. Tutti sono sulle tracce del killer di bambini, l’uomo in scooter che stamattina, davanti a una scuola ebraica,
ha compiuto una terribile strage, uccidendo un professore di religione e i suoi due figli piccoli, inseguendo poi nel cortile la figlia del direttore, di 8 anni, e sparandole alla testa. Quattro morti, un ragazzo di 17 anni in gravi condizioni in ospedale: questo il terribile bilancio dell’azione portata a termine – ormai anche il presidente Nicolas Sarkozy ha sciolto la riserva – con la stessa pistola servita a uccidere a sangue freddo, la settimana scorsa, tre militari di un reggimento di paracadutisti. Erano tre maghrebini, e un quarto militare ferito nei due agguati – il primo nella vicina Montauban, l’altro a Tolosa – è un nero. Oggi l’obiettivo è stata la scuola Ozar Hatorah, una media-liceo privata in un tranquillo quartiere residenziale di Tolosa, dove non è mai successo niente di violento. Questo ha spinto gli inquirenti a collegare i fatti con la cacciata di tre parà dal reggimento di Tolosa nel 2008. Alcune somiglianze – muscoli, tatuaggi, abilità con le armi, sangue freddo – hanno spinto le indagini in questa direzione.
L’ipotesi è che possa trattarsi di una sorta di “vendetta” di almeno uno del gruppo, ma al momento non c’é altro. Le altre carte in mano alla polizia, ai gendarmi, ai corpi speciali, all’antiterrorismo – in tutto migliaia di uomini e donne – sono le immagini registrate dalla videocamera di sorveglianza piazzata nel cortile della scuola. Quelle immagini terribili le ha viste Nicole Yardeni, rappresentante locale della Comunità ebraica francese, che ha raccontato poi tutto il suo orrore. Erano le 8.02 nella piccola e tranquilla rue Jules Datou, piena di auto dei genitori che accompagnavano i bambini a scuola, come ogni mattina. Prima la preghiera in Sinagoga, dove li aspettava Yaacov Monsonego, rabbino e direttore della scuola, poi le lezioni in classe. Molti entrano, il professore di religione, Jonathan Sandler, 30 anni, franco-israeliano, si attarda con Gabriel, 4 anni, e Arieh, 5 anni, i suoi due bambini. E’ un attimo, lo scooter – che sembra essere stato dipinto di bianco ma ha la stessa targa di quello nero (rubato) usato per uccidere i militari – un grosso 500 cc di marca giapponese, si ferma. L’uomo tira fuori una calibro 9 e spara a bruciapelo all’insegnante, che non fa a tempo a riparare i suoi due bambini, falciati anche loro dal killer.
Poi, tranquillo, glaciale come un giustiziere, l’assassino scende dallo scooter, lo appoggia sul cavalletto e insegue fin dentro il cortile una ragazzina, Myriam, di 8 anni, che non ha fatto in tempo a ripararsi con gli altri. Le telecamere mostrano l’orrore: la raggiunge, la prende per i capelli e le spara alla testa. Tutto con freddezza: “A vederlo sembra una persona normale”, dice la Yardeni. Poi la fuga, nessuno ha visto in faccia il killer anche se una mamma – dalla visiera per un attimo sollevata – afferma di aver visto una cicatrice sul volto, forse un tatuaggio. Tutto quello che segue è l’incredulità, i gesti automatici dei momenti più tragici: qualcuno porta in sinagoga al padre rabbino celebrante, il cadavere di Myriam, sua figlia. Sono urla, pianti, e un primo servizio d’ordine viene improvvisato da genitori e insegnanti, che delimitano la strada senza far più entrare nessuno. Dieci minuti dopo, arriva la polizia. La Francia è in ginocchio, nessuno si ricorda più delle elezioni presidenziali, subito sospese dai contendenti.
Dalla Casa Bianca, il messaggio di solidarietà per “l’atto ingiustificato e oltraggioso di violenza”. Da Israele “l’orrore” e l’accusa del premier Benyamin Netanyahu per una strage “disgustosa e antisemita”. “Indignazione e sconcerto” da parte del presidente del Consiglio Mario Monti. Claude Gueant, il ministro dell’Interno che è uno dei personaggi più controversi del governo ma che oggi ha avuto un uditorio attento e unanime, è arrivato dopo un’ora. Nicolas Sarkozy l’ha raggiunto nella scuola a mezzogiorno, poco dopo è arrivato anche l’avversario Francois Hollande, mentre il centrista Francois Bayrou è andato direttamente in sinagoga. Non c’é più campagna elettorale, Sarkozy parla di “tragedia nazionale”, il paese intero è sconvolto.
Dagli anni Ottanta, dalle terribili imprese di un altro nemico pubblico numero uno, il terrorista Carlos, non c’era stato niente di così crudele. Adesso, però, il tempo stringe. Il killer potrebbe colpire ancora, Tolosa è blindata ed ha paura. Le scuole ebraiche resteranno chiuse nei prossimi giorni, la polizia sta preparando una sorveglianza straordinaria dei luoghi di culto e delle scuole religiose, anche quelle musulmane.(ANSA). GIT/