Gli studenti delle secondarie di secondo grado alzano la testa e si attivano con proteste e scioperi. «In presenza sì ma in sicurezza» è il documento avanzato dal Movimento studentesco napoletano che di ora in ora aumenta le adesioni sebbene l’unanimità in ciascuna scuola non è mai raggiunta e si ipotizza un’adesione del 50-70%. L’elenco è lunghissimo: in cima alla lista troviamo liceo Umberto I e Sannazaro, i due classici più prestigiosi di Napoli. «La protesta nasce dall’impossibilità di sentirci tutelati: questo non è un rientro in sicurezza» dichiara Riccardo Ilari, rappresentante del liceo di Chiaia. «I trasporti speciali per noi studenti sono stati sospesi e così aumenteranno le possibilità di contagi che in tutta la città sono in aumento: da un nostro sondaggio solo all’Umberto se ne contano 250» prosegue, annunciando lo sciopero. Al Sannazaro, invece, sono almeno 100 gli studenti positivi o in quarantena, mentre negli altri istituti la media per ora è di 1-2 per classe, quindi tra i 50 e i 100 per scuola. I collettivi studenteschi non ci stanno a rientrare in aula in queste condizioni e oggi in gran parte sciopereranno, mentre c’è chi opta per scelte diffuse nell’arco della settimana. Aderiscono Mazzini, Giustino Fortunato, Galilei, Comenio, Alberti, Gentileschi, Volta, Cavalcanti, Sbordone, Galiani, Caruso, Nitti, Mercalli, Pagano, Vittorini, De Nicola, Vico, Siani, Morante, Elena Di Savoia, Serra, Galileo Ferraris, Marie Curie, Vittorio Emanuele II, Fonseca, Genovesi. «È dall’inizio dell’emergenza Covid che ci stiamo mobilitando, richiedendo degli investimenti seri e sostanziali per edilizia scolastica e i trasporti. Lo stiamo facendo perché vogliamo assicurarci quell’istruzione in presenza che crediamo indispensabile e unico mezzo per una reale formazione a 360 gradi, a differenza di una Dad che abbiamo imparato a conoscere come individualizzante, classista ed estremamente nozionistica. L’abbiamo fatto perché crediamo che la scuola sia socialità, collettività, confronto. Ma questo confronto deve avvenire in assoluta sicurezza. Il diritto all’istruzione e il diritto alla salute non possono separarsi» spiegano i rappresentanti del Movimento studentesco napoletano che lanciano l’affondo contro il governo. «A due anni dai primi casi registrati in Italia cosa ha fatto per rendere i nostri istituti e le infrastrutture di cui dobbiamo usufruire ogni giorno sicure?». Gli studenti infatti ammettono che stanno tornando in presenza «senza garanzie» e insistono sul fatto che il governo «stia dando un via libera al rientro senza prendersi le responsabilità di mancanza di investimenti, per non far trasparire segnali di una gestione inadeguata dell’emergenza pandemica nelle scuole».

Dopo un anno le richieste degli studenti sono sempre le stesse: incremento dei trasporti e creazione di tratte straordinarie dei mezzi pubblici, specifiche per studenti e studentesse; mascherine Ffp2 fornite gratuitamente alla scuola e al corpo studentesco; presidi sanitari a scuola di tamponi gratuiti; quarantena della classe intera in caso di due persone positive (senza differenze tra vaccinazioni e non); utilizzo di spazi aperti e alternativi per diminuire gli assembramenti nelle scuole. Ma anche «assunzione di docenti e personale scolastico per diminuire le dimensioni delle classi (i sindacati della scuola stimano che ci sia una carenza di organico di almeno 200mila tra professori e Ata). Queste rivendicazioni non sono solo misure temporanee per il periodo pandemico ma la base per una scuola migliore anche in futuro. Sappiamo anche che i soldi ci sono, non investirli nella scuola è una scelta politica del governo che ha altre priorità» intervengono i rappresentanti del Mercalli. «Richiediamo un incontro ufficiale di una delegazione di studenti con la Regione Campania, per collaborare insieme verso un rientro che sia davvero sicuro e per costruire una reale progettualità. Supportiamo lo sciopero e proponiamo la Dad come rivendicazione temporanea, come forma didattica odiata ma nella quale ci hanno obbligati, un male necessario. L’obiettivo invece la riapertura in sicurezza».

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