Non sono state rilevate ne’ tracce di dna ne’ impronte dell’ex conduttore tv Alessandro Cozzi sul coltello che causo’ la morte di un uomo, quasi 14 anni fa. E’ questo, in sostanza, l’esito della perizia scientifica disposta dal gip di Milano nell’ambito delle indagini riaperte nei mesi scorsi dalla Procura, che ha iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio l’ex ‘volto’ del ‘piccolo schermo’, gia’ condannato per aver ammazzato per un debito un’altra persona nel 2011.

Lo scorso 27 febbraio, Cozzi, educatore familiare che ha condotto sui canali Rai la trasmissione ‘Diario di Famiglia’, e’ stato condannato a 14 anni per avere ucciso con una cinquantina di coltellate il titolare di un’agenzia di lavoro, Ettore Vitiello, per un debito di circa 17 mila euro. L’ex conduttore tv, 53 anni, risulta pero’ anche indagato per la morte, avvenuta nel settembre ’98, di Alfredo Capelletti, che oltre 13 anni fa era un suo socio in affari. Il pm milanese Maurizio Ascione nei mesi scorsi infatti aveva riaperto quel ‘cold case’ che all’epoca era stato archiviato come un suicidio. L’uomo, 49 anni, era stato trovato morto con una coltellata al petto nel suo ufficio milanese. Il gip Franco Cantu’ Rajnoldi ha disposto una perizia, in sede di incidente probatorio, per verificare la presenza di dna o impronte sul coltello e su un calorifero dell’ufficio. La relazione, firmata dal professore di genetica Carlo Previdere’ e dall’esperto chimico Oscar Ghizzoni, verra’ discussa domani davanti al giudice, alla presenza anche del difensore di Cozzi, Fabio Palazzo, col suo consulente Francesco De Stefano, e del legale dei familiari di Capelletti, l’avvocato Adriano Bazzoni, che ha per consulente l’ex comandante del Ris, Luciano Garofano. Il pm invece ha nominato il professore Marzio Capra, gia’ consulente della famiglia Poggi nel caso di Garlasco. Dalla perizia, depositata alle parti, emerge che non sono state trovate ne’ tracce di dna ne’ impronte digitali di Cozzi, anche se vengono evidenziate alcune problematicita’ dovute al tempo trascorso tra la morte e le analisi, quasi 14 anni.

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