Un passo alla volta. «Con gradualità». Come ha spiegato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza in conferenza stampa, il governo sta disegnando la road map delle riaperture che porterà la Penisola «verso un tempo nuovo». Un percorso che il premier Mario Draghi ha iniziato a tracciare ieri varando, in un consiglio dei ministri infuocato (la Lega, in disaccordo, non ha avallato le scelte), un decreto che parte dallo smontare il cosiddetto sistema dei colori in piedi dal novembre 2020. Non appena il testo entrerà in vigore infatti, non solo saranno di fatto aboliti i colori “giallo” e “arancione”, ma anche in una eventuale zona rossa non si chiuderà più tutto. Le limitazioni riguarderanno solo una piccola minoranza di cittadini, quelli non vaccinati.

7 FEBBRAIO: GREEN PASS E SCUOLE
È questo il punto di partenza di un calendario che verrà definito «nelle prossime settimane», ma che in realtà prevede già alcuni punti fissi. Nel decreto di ieri infatti – che entrerà in vigore nei prossimi giorni, presumibilmente il 7 febbraio – è finita anche la ridefinizione del Green pass. Come? Stabilendo che, ad oggi, dopo la terza dose non ne servono altre. Il governo conferma infatti la scadenza illimitata per chi è vaccinato o guarito con due dosi mentre limita a sei mesi la validità della certificazione verde per chi non ha completato il ciclo vaccinale. Il decreto stabilisce inoltre che per chi ha fatto il booster il Green pass è valido «senza necessità di ulteriori dosi di richiamo». Non solo. All’interno del testo (oltre alla modifica delle zone rosse) anche la semplificazione delle regole per le quarantene a scuola. Così nelle scuole per l’infanzia le attività proseguono in presenza fino a quattro casi positivi al Covid e al quinto sono sospese per cinque giorni. Mentre alle elementari (scuola primaria) c’è la prima differenziazione: fino a quattro positivi l’attività prosegue in presenza con insegnanti e studenti con la Ffp2 (non se minori di sei anni) per dieci giorni dalla scoperta dell’ultimo caso; dal quinto invece chi ha ricevuto la terza dose o ha completato il ciclo primario da meno di quattro mesi prosegue in presenza con la Ffp2, gli altri vanno in didattica digitale integrata. Per quanto riguarda le medie e superiori (scuola secondaria), già dal primo caso positivo si indossano le mascherine Ffp2, mentre dal secondo vanno in didattica digitale integrata per cinque giorni solo gli studenti non vaccinati con terza dose, guariti da meno di quattro mesi o che hanno completato il ciclo primario (due dosi) da meno di quattro mesi.

11 FEBBRAIO: MASCHERINE E DISCOTECHE
Lo step successivo invece, è ancora più netto. Dall’11 febbraio non sarà più obbligatorio indossare la mascherina all’aperto. Attenzione però, perché bisognerà continuare ad indossarla in tutti i luoghi chiusi: nei bar o ristoranti quando ci si alza dal tavolo; sempre in cinema e teatri; in palestre e centri sportivi nelle aree comuni o mentre non si pratica sportiva; sempre (la Ffp2) su treni, aerei, navi e mezzi di trasporto pubblico locale; oltre a dover indossare la Ffp2 per 10 giorni se si finisce in autosorveglianza perché risultati contatti stretti di un positivo e si ha il booster o la seconda dose da meno di 120 giorni. Un vero e proprio giro di boa, che fa il paio con un’altra grande novità. Dall’11 febbraio infatti sarà consentito tornare a ballare all’intenro delle discoteche (che fino a questo momento potevano solo offrire servizio o intrattenimento al tavolo), ma con le limitazioni già note: Green pass rafforzato, obbligo di mascherina al chiuso eccetto quando si è in pista a ballare (all’aperto non sarà più necessaria) e limiti di capienza (75% di quella massima autorizzata all’aperto e 50% al chiuso).

31 MARZO: STATO D’EMERGENZA
Un deciso passo in avanti che, appunto, sarà solo il primo del lungo percorso che porterà alla dismissione delle regole messe in campo fino a questo momento. Il calendario che eliminerà le restrizioni però, come ha specificato Mario Draghi, verrà messo a punto nelle prossime settimane, consapevoli che la “stella polare” in questo momento è l’eliminazione dello stato d’emergenza. Lo status varato a gennaio 2020, scade il 31 marzo e salvo novità dell’ultimo minuto (legate ad un’eventuale impennata della curva epidemiologica o una frenata della campagna vaccinale), non verrà prorogato. Vale a dire che però, bisognerà predisporre un processo di rientro all’attività ordinaria per consentire, ad esempio, la definizione di nuove regole per lo smart working o il continuum delle attività legate alla campagna vaccinale.

APRILE E GIUGNO: QR CODE E OBBLIGO VACCINALE
Lo stop dello stato d’emergenza, come già chiarito in passato, non abolisce in automatico l’uso del Green pass. Tuttavia è ragionevole pensare che, una volta raggiunta quella data e appurato che la situazione è favorevole, anche le ultime restrizioni rimaste intanto in piedi verranno abolite. Dal 1 aprile quindi, potrebbe non essere più richiesto per attività commerciali, sportive o per l’intrattenimento. Con una eccezione sicura (al momento): l’uso del Green pass rafforzato per accedere al posto di lavoro. Il motivo? L’obbligo di vaccinazione al momento in essere per tutti gli italiani che hanno almeno 50 anni di età, non scadrà prima del 15 giugno. E quindi, salvo nuovi interventi del governo, almeno fino a quella data bisognerà continuare ad esibire il certificato verde per accedere al proprio posto di lavoro.

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