È morto due giorni dopo aver compiuto 85 anni, a Roma, il più classico degli interpreti napoletani, considerato l’ultimo maestro della musica napoletana. Fausto Cigliano, molto popolare negli anni 50 e 60, autore e chitarrista raffinato, è stato un apprezzato custode della melodia partenopea e solo da qualche anno si era allontanato dalle scene. Per la sua antologia cinematografica della canzone napoletana Passione, John Turturro lo aveva voluto nel 2009 interprete di Marzo ai piedi del Caravaggio al Pio Monte della Misericordia. Con la sua bella presenza e il tratto sempre signorile da giovane era stato anche attore in film come Cerasella e Guardia , ladro e cameriera di Steno. Cigliano aveva vinto un festival di Napoli negli anni d’oro, nel 1959, con Sarà chi sa insieme a Teddy Reno: quello stesso anno era stato anche a Sanremo dove sarebbe tornato altre due volte e nel 1964 avrebbe portato il brano E se domani, diventato poi un successo di Mina. Nel ’67 era arrivato in finale a Canzonissima. In Identificazione di una donna di Michelangelo Antonioni è sua la musica della chitarra. Nel brano ‘Ossessione 70’ ci sono tutti i nomi della nazionale italiana di calcio che partecipò ai mondiali del Messico. Nel 2015 il Comune di Napoli lo ha premiato per i 60 anni di carriera, nominandolo ambasciatore della musica napoletana nel mondo. Dal 1957 ha scritto e inciso tantissimo, quelli che allora erano i 78, 33 e 45 giri, spesso in coppia con il maestro della chitarra Mario Gangi, e decine cd di classici napoletani usciti fino ai primi anni 2000. Molti i ricordi del suo talento e della sua classe apparsi in rete alla notizia della scomparsa.
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