E ora sono dolori per il sindaco Vincenzo Gaudino e la maggioranza di centrosinistra. Il settore Politiche del territorio del Comune di Orta di Atella ha ultimato l’iter tecnico sul palazzo di famiglia dove vive l’assessore Marilena Belardo di Città Visibile. L’esito? Nefasto. Una parte dell’immobile di via Vivaldi va abbattuto perché presenta una lunga e grave serie di abusi edilizi. Bisogna prendere fiato per elencare le difformità urbanistiche: chiusura perimetrale del vano scala avente una superficie di circa 16.20 mq; chiusura del porticato al piano terra con realizzazione di un’unità abitativa avente una superficie utile lorda di circa 96.00 mq e una superficie non residenziale pari a circa 24.00 mq, il tutto per una volumetria di circa 280,00 mc. L’unità abitativa riporta l’altezza interna di 2.70 mt. Il piano terra rispetto ai grafici è stato innalzato di 0.60 mt dalla quota zero; ampliamento del primo piano di circa 18.00 mq di superficie utile lorda per una volumetria di 53.00 mc circa; ampliamento del secondo piano di circa 18.00 mq di superficie utile lorda per una volumetria di 53.00 mc circa; trasformazione del Sottotetto in unità abitativa innalzando l’altezza massima da 2.70 a 2.90 mt. con una superficie utile di circa 90.00 mq e una superficie non residenziale di circa 58.00 mq. Il tutto su una volumetria di circa 250.00 mc; mancanza degli abbaini sulla pianta copertura; difformità della realizzazione delle superfici dei balconi ai vari piani rispetto alla C.E.; distanza dal fabbricato in Concessione riportato a 10.00 mt sullo stato dei luoghi al piano terra distante circa 7.50 mt al primo piano circa 6.60 mt; distanza da due confini inferiore ai 5.00 mt; differente posizione dell’immobile sul lotto rispetto alle distanze confini e fabbricati; differente altezza sia parziale che totale del fabbricato alla gronda pari a circa 12.00 mt rispetto ai 11.10 mt previsti nella C.E.; realizzazione nel vano scala di un ripostiglio adiacente al sottotetto di circa 2.00 mq. Rispetto a questo scempio urbanistico i contrasti nella maggioranza, direbbe Totò, sono bazzecole, quisquilie e pinzillacchere. L’ordinanza produce un duplice effetto: da un lato i proprietari dell’immobile dovranno provvedere a loro spese all’abbattimento dei lavori indicati nel provvedimento, dall’altro l’assessore Belardo (intestataria di uno degli appartamenti) si troverà di fronte a un bivio. Dovrà decidere se presentare istanza di sospensiva al Tar. In tal caso dirà addio alla poltrona. Con l’avvio di una vertenza con il Comune sarà costretta a dimettersi dalla giunta. Altrimenti, ipotesi molto remota, per restare in sella non dovrà intraprendere la strada giudiziaria, con l’inevitabile conseguenza di dover abbattere una parte dell’abitazione dove vive (circa 53 mc). Una soluzione che nella pratica è sostanzialmente inattuabile. Comunque toccherà alla Belardo stabilire di che morte morire. Difficilmente sacrificherà la propria casa per restare nell’esecutivo targato Gaudino. Una tegola devastante per la maggioranza. Per entrare nella squadra di governo la Belardo si dimise da consigliere comunale (fu la prima eletta). Ora, alla luce dell’ordinanza di abbattimento, rischia seriamente di restare con un pugno di mosche in mano. Le sue eventuali dimissioni da assessore determineranno un effetto domino nel centrosinistra dagli esiti imprevedibili. Si aprirebbe un’altra fase di forte turbolenza che potrebbe chiudersi con una crisi letale per il sindaco e per i suoi fidati compagni di viaggio di Città Visibile e Orta in Movimento. Per i riottosi Democratici e Riformisti ci sarebbe la ghiotta occasione per rimescolare le carte e rimettersi attorno al tavolo della spartizione politica. Ultima annotazione. Per evitare di combinare altri disastri è consigliabile che Marilena Belardo non sia sfiorata dall’idea malsana di fare una furbata, cioè di vendere l’appartamento a un nome di comodo. Nessun notaio onesto firmerebbe un atto del genere. Le abitazioni abusive non possono essere cedute. Farlo implicherebbe commettere un grave reato. E vista la situazione, già farcita da illegalità, non sarebbe proprio il caso.

Mario De Michele

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