“Almeno tre ministri” israeliani stanno considerando la possibilità di rassegnare le dimissioni per obbligare il premier Benyamin Netanyahu ad assumersi pubblicamente le proprie responsabilità in seguito all’attacco a sorpresa sferrato da Hamas il 7 ottobre. Lo ha appreso il sito Ynet, del quotidiano Yediot Ahronot, senza peraltro pubblicare i loro nomi. Il sito pubblica anche un sondaggio di opinione secondo cui il 75 per cento degli israeliani addossano a Netanyahu la responsabilità della totale sorpresa del Paese per l’attacco di Hamas. Oggi il giornale ha anche affermato che ci sono tensioni fra Netanyahu e l’esercito. “Il Consiglio europeo sostiene l’appello del segretario generale delle Nazioni Unite Guterres per una pausa umanitaria al fine di consentire un accesso umanitario sicuro e l’arrivo degli aiuti a chi ne ha bisogno.” E’ quanto si legge, nel capitolo relativo al Medio Oriente, nella terza bozza delle conclusioni del vertice dei 27 che si terrò a Bruxelles giovedì e venerdì. La bozza tornerà ad essere discussa dai rappresentanti permanenti dei 27 al Coreper di questo pomeriggio e a quello, informale, di mercoledì mattina. “L’Ue lavorerà a stretto contatto con i partner regionali per la protezione dei civili”, si legge ancora nel testo. “Posso dire che gli Stati membri hanno appoggiato l’idea di una pausa umanitaria a Gaza”, ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell al termine del Consiglio in Lussemburgo. “I ministri preparano il Consiglio Europeo e credo che ci sia sufficiente consenso”.Israele ha intercettato quasi simultaneamente un drone degli Hezbollah giunto dal Libano e due droni di Hamas lanciati da Gaza. Lo ha riferito la radio militare. Il primo drone è stato abbattuto da una batteria di Patriot all’altezza di Akko (S. Giovanni d’Acri) dopo che aveva sorvolato un tratto di mare. I due droni di Hamas sono stati abbattuti mentre erano diretti verso la zona di Israele limitrofa alla striscia di Gaza. Non si segnalano danni né vittime. I soldati dell’esercito israeliano, sia quelli in servizio sia quelli richiamati, stanno conducendo una “serie di esercizi in modo da aumentare le capacità per l’operazione di terra a Gaza”. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che si stanno addestrando “squadre di combattimento che uniscono forze di fanteria, corpi corazzati e altre unità in una serie di diversi scenari” di guerra. Il ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che 436 persone, tra cui 182 minori, sono state uccise negli attacchi israeliani delle ultime 24 ore sulla Striscia. Lo riporta la Cnn. La maggior parte delle persone uccise proveniva dalla parte meridionale di Gaza, ha aggiunto il ministero. Il bilancio totale delle vittime dall’inizio della guerra è salito a 5.087 morti, tra cui 2.055 bambini e 1.119 donne, e più di 15.000 persone sono rimaste ferite, secondo le autorità palestinesi. Il comandante in seconda della Guardia Rivoluzionaria iraniana Ali Fadavi ha minacciato di attaccare Israele, indicando come obiettivo la città di Haifa. Lo scrive su X Iran International. “Se i maligni sionisti prenderanno la stupida iniziativa di entrare nei territori palestinesi affronteranno un fallimento disonorevole e riceveranno una spiacevole risposta dal fronte della Resistenza”. Lo ha affermato il comandante delle Guardie della Rivoluzione iraniana Hossein Salami aggiungendo che “il fronte della Resistenza ha raggiunto la maturità ed è in grado di fare piani ed agire in ogni punto della regione”, come riporta la tv di Stato. “Il regime sionista è la setta politica degli Usa e della Gran Bretagna, è stato formato da questi Paesi, e per questo motivo, a causa della sua falsità, il regime non vincerà mai la battaglia contro i palestinesi”, ha detto Salami aggiungendo che “il regime sionista, che uccide i bambini, e i suoi sostenitori sono in questo momento ‘attaccati alla respirazione artificiale’ a causa delle loro sconfitte”. L’esercito israeliano ha fatto sapere di aver lanciato un razzo intercettore in direzione di “obiettivo aereo sospetto” che era entrato dal Libano in territorio dello stato ebraico. A seguito della intercettazione le sirene di allarme sono state attivate in aree aperte del nord di Israele. Israele avrebbe deciso di “ritardare” l’offensiva di terra in attesa dell’arrivo di altre forze Usa nella regione. Lo ha riferito la Radio militare israeliana secondo cui gli Usa hanno fatto sapere a Israele la loro intenzione di schierare altre forze in Medio Oriente in vista dell’operazione di terra a causa delle minacce dell’Iran di agire su vari fronti. La Radio militare ha detto che questa non è l’unica ragione del rinvio ma che ce ne sono anche altre, tra cui la presenza nel nord della Striscia di Gaza di 350mila civili palestinesi. Oltre 5.000 persone sono morte finora nella Striscia di Gaza a causa dei bombardamenti israeliani: lo ha reso noto il ministero della Sanità di Hamas. Sono inoltre 2.055 i bambini morti finora nella Striscia di Gaza in seguito ai bombardamenti. Nel complesso, si legge in un rapporto diffuso oggi, dal 7 ottobre scorso – giorno dell’attacco di Hamas contro Israele – sono state uccise almeno 5.087 persone, mentre altre 15.273 sono rimaste ferite. Il presidente Usa Joe Biden e i leader di Francia, Gran Bretagna, Germania e Italia hanno ribadito “il loro sostegno a Israele e al suo diritto di difendersi dal terrorismo e hanno chiesto il rispetto del diritto internazionale, compresa la protezione dei civili”. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota sul colloquio tra il presidente americano e Rishi Sunak, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Giorgia Meloni. I leader hanno accolto con favore l’annuncio dei primi convogli umanitari a Gaza e hanno chiesto il rilascio immediato degli ostaggi” nelle mani di Hamas. Ora serve “una de-escalation”, con “l’interruzione del lancio di razzi da parte di Hamas ed Hezbollah”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando in Lussemburgo. Sulla necessità o meno di chiedere immediatamente una tregua, Tajani ha però sottolineato che “non si può permettere ad Hamas di fare quel che vuole”. “Israele – aggiunge – ha il diritto di difendersi ma in modo proporzionato, senza colpire indiscriminatamente la popolazione civile a Gaza”. Secondo il ministro degli Esteri, i rischi di un allargamento del conflitto in Medio Oriente “ci sono” ed è per questo che si sta lavorando, perché ciò non si trasformi in realtà. “Tutti noi, Usa e Ue, ci stiamo impegnando sulla via diplomatica e l’Italia ha assunto un ruolo di primo piano: l’obiettivo è evitare l’incendio del Medio Oriente”, ha aggiunto Tajani. “La via diplomatica è quella che premia sempre”, ha precisato Tajani. “Non abbiamo segnali di attentati previsti nel nostro Paese ma questo non significa sia il caso di abbassare la guardia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani arrivando in Lussemburgo. “La guerra in Israele e Ucraina hanno diverse radici e conseguenze ma causano egualmente scosse telluriche in tutto il mondo. La Russia si sta certamente avvantaggiando di questa situazione. Le accuse di doppi standard c’erano prima della guerra e ora ritornano: dobbiamo essere molto attenti a mostrare la stessa preoccupazione per ogni civile ucciso. Certo, diamo forte sostegno a Israele perché ha patito uno degli attacchi più forti contro il popolo ebraico, ma dobbiamo anche prendere in considerazione l’uccisione dei palestinesi, anche loro sono vittime di Hamas”. Lo ha detto Josep Borrell arrivando in Lussemburgo. “La cosa più importante ora è chiedere la consegna degli aiuti umanitari a Gaza. In tempi normali, senza guerra, circa 100 camion entrano quotidianamente a Gaza dunque è chiaro che 20 non sono abbastanza”. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando in Lussemburgo. “L’importante è fare di più, più in fretta, e in particolare portare a Gaza le cose basilari che fanno sì che l’acqua e l’elettricità vengano ripristinate”, ha detto Borrell. La Cina considera la situazione a Gaza “molto seria” per il rischio di “un crescente conflitto terrestre” su larga scala e la diffusione di scontri armati lungo i confini vicini. E’ la valutazione dell’inviato speciale per il Medio Oriente Zhai Jun che, in visita nell’area, che ha partecipato sabato alla conferenza di pace del Cairo. Gli effetti di ricaduta nella regione e a livello internazionale si stanno ampliando, ha aggiunto Zhai nel resoconto del network statale Cctv, dato che il conflitto lungo i confini israelo-libanese e israelo-siriano si sta diffondendo, “rendendo le prospettive preoccupanti”. “Un alto funzionario militare israeliano ha affermato che, sulla base dei colloqui tra gli Stati Uniti e il Qatar, Hamas potrebbe eventualmente rilasciare circa 50 cittadini con doppia nazionalità indipendentemente da qualsiasi accordo più ampio”: lo scrive il New York Times in un articolo pubblicato sulla sua edizione online. E’ salito a 222 il numero degli ostaggi israeliani in mano di Hamas a Gaza. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari secondo cui “il numero complessivo è aggiornato di volta in vota in base a informazioni di intelligence”. “In particolare – ha aggiunto – c’è voluto tempo perché tra gli ostaggi ci sono non pochi cittadini stranieri e la loro identificazione ha richiesto tempo aggiuntivo”. “Dall’inizio del conflitto abbiamo recuperato oltre mille cadaveri di terroristi di Hamas in territorio israeliano”, nella zona prossima alla striscia di Gaza e lungo la barriera di sicurezza. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. “Le ricerche proseguono ed è possibile che questo non sia il numero definitivo”. “Questo dato – ha aggiunto Hagari – dà la misura dell’asprezza dei combattimenti avvenuti in quella zona, e dell’eroismo e del coraggio dimostrato dai combattenti israeliani, maschi e femmine, nonché dei civili e di altre forze di sicurezza “che hanno affrontato assassini barbari e assetati di sangue”. Almeno 17 persone sono rimaste uccise stamane in un bombardamento israeliano nell’affollato rione di Jabalya, a nord di Gaza. Lo riferisce il ministero degli Interni di Gaza, secondo cui si tratta di membri del clan familiare el-Batash, parenti di uno dei leader politici della Jihad islamica. A quanto pare, secondo testimoni sul posto, sotto le macerie ci sono altre vittime. Fonti locali aggiungono che gli abitanti di Jabalya hanno finora ignorato i ripetuti appelli giunti dalle forze armate di Israele di spostarsi nel sud della Striscia, oltre il Wadi Gaza. Due palestinesi sono morti e quattro sono rimasti feriti in violenti scontri con l’esercito israeliano avvenuti nel campo profughi di Jalazoun, a nord di Ramallah in Cisgiordania. Lo ha fatto sapere, citato dalla Wafa, il ministero della Sanità dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) che ha identificato i due morti in Mahmoud Saif Al -Tarish Nakhla e Muhammad Nidal Alyan, uccisi “da proiettili”. Resta alta la tensione al confine con il Libano. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito una cellula terroristica in territorio libanese e distrutto una postazione di lancio di razzi. Secondo il portavoce la cellula stava programmando di mettere in atto un attacco verso la cittadina israeliana di Shlomi

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