La Bce ha deciso di lasciare i tassi d’interesse invariati. E’ la prima pausa dopo la serie di dieci aumenti consecutivi. Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Lo comunica l’Istituto centrale al termine della riunione che si è tenuta ad Atene. La Bce ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse perché “le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine”: lo scrive la Bce, che si attende comunque che l’inflazione resti troppo elevata troppo a lungo, ma “al tempo stesso, ha registrato un netto calo a settembre” e anche quella di fondo “ha continuato a diminuire”. I passati aumenti dei tassi di interesse funzionano, “frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell’inflazione”. Per la Bce i tassi “si collocano a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale” al ritorno dell’inflazione al 2%. “Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”, scrive la Banca centrale nel comunicato con cui ha lasciato i tassi invariati. “Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”, prosegue l’istituto centrale. “L’economia della zona euro resta debole, le informazioni recenti dicono che la manifattura continua a calare, la domanda sommessa e la stretta al credito pesano sulla spesa dei consumatori, i servizi sono indeboliti ulteriormente per il contagio della debole attività dell’industria. L’economia resterà debole per il resto dell’anno”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde. La riforma del patto Ue “dovrebbe essere completata entro la fine dell’anno”, ha aggiunto Lagarde nella conferenza stampa al termine della riunione del board secondo cui occorre accelerare anche “il mercato unico dei capitali”. Un taglio dei tassi “non è stato discusso, è prematuro assolutamente anche solo discuterne, ora dobbiamo stare fermi, siamo in pausa”, ha spiegato Lagarde. Le Borse europee già poco mosse, dopo che la Bce ha lasciato i tassi fermi al 4,50%, limano leggermente il calo con l’economia Usa che accelera e il pil del terzo trimestre che segna un +4,9%. Milano recupera più di altri (+0,3%) con il Ftse mib 27.411 punti. Sempre in testa StM (+3%), Pirelli (+1,5%) . Restano le vendite su Campari (-8,5%) con la trimestrale sotto le attese e Saipem (-4,3%). Parigi segna un -0,54%. La peggiore resta Francoforte (-1,2%) con lo scivolone di Siemens Energy che cerca fino a 16 miliardi di garanzie. Tra le altre Londra cede lo 0,55%. Lo spread tra Btp e Bund scende e viaggia sotto i 200 punti. Il differenziale è a 198 punti. Cala anche il rendimento del decennale italiano che è al 4,83% (-7 punti base).