Mario De Michele ha avuto la bontà di risponderci al telefono nonostante sia in vacanza fuori regione con la famiglia, ferie programmate da prima della sua candidatura, per cui non potrà partecipare all’assise fissata per il 31 luglio in prima convocazione, mentre alla seduta consiliare di insediamento non ha preso parte per impegni personali. Al consigliere comunale de La Politica che serve abbiamo chiesto un primo giudizio sull’esecutivo e sul tipo di opposizione che porterà avanti nelle istituzioni e sul piano politico, assieme alla lista coordinata dall’ex primo cittadino Alfonso Golia.

Qual è il suo giudizio sulla giunta varata dal sindaco Franco Matacena?

“La montagna ha partorito il topolino. Sembrerà banale ma non riesco a trovare parole più adeguate per formulare un giudizio sul nuovo esecutivo di Aversa. Il sindaco in campagna elettorale e nelle sue dichiarazioni aveva fatto intendere tutt’altro parlando di grandi competenze e di giunta di alto profilo. Alla prova dei fatti invece l’unico criterio seguito è stato quello di dare visibilità ai maggiorenti della coalizione con caselle riempite a caso. Sia chiaro, il mio giudizio non è personale ma politico-amministrativo. Sulla carta si “salva” Mariano D’Amore ma anche lui dovrà dimostrare sul campo di essere all’altezza del compito. Balza agli occhi che non c’è alcuna corrispondenza tra competenze degli assessori e deleghe attribuite dal sindaco, a dimostrazione del fatto che agli interessi della città sono stati anteposti quelli di bottega. Per trovare gli equilibri che soddisfacessero tutte le anime della coalizione Matacena ha assegnato le deleghe in modo bizzarro, per non dire insensato. Tra l’altro a questa giunta si è arrivati con un’evidente forzatura del sindaco che ha convocato il consiglio prima ancora di trovare la quadra per tirare per la giacchetta i suoi e metterli alla prova”.

Se fosse stato al posto del primo cittadino chi avrebbe escluso senza pensarci due volte?

“Per dirla con De André «se fossi stato al vostro posto ma al vostro posto non ci so stare». Mi riservo di rispondere a questa domanda tra qualche mese quando sarà possibile giudicare sul campo l’operato degli assessori. Ripeto, Matacena parte male perché ha adottato un metodo basato esclusivamente sulla spartizione e non sulle competenze. La squadra di governo è figlia del manuale Cencelli. Se questo è rinnovamento…”

La composizione dell’esecutivo fa presagire uno scenario con Matacena “ingabbiato” dalla maggioranza?

“Nell’amministrazione della città si ripeterà lo stesso schema che ha portato alla nascita della giunta. Nella maggioranza ci sarà una forsennata e costante competizione. Si governerà con la forza dei numeri. Tra compensazioni e incarichi di sottogoverno i problemi della città resteranno in secondo piano. Un altro aspetto politicamente rilevante è il poco peso specifico di Matacena. È partito con l’intenzione di nominare una giunta tecnica, poi ha chiesto agli alleati 2-3 caselle, alla fine si è dovuto accontentare di un solo posto. Per nominare un suo assessore di fiducia, mi riferisco a D’Amore, ci è voluto più di un mese con una cinquantina di incontri. È un sindaco “accerchiato” dalla sua stessa coalizione. Nonostante i salti mortali di Matacena per trovare la quadra credo che qualche malcontento in maggioranza lo abbia già creato. La questione presidente del consiglio, il sacrificio chiesto a Noi Aversani e la necessità di mantenere il patto preelettorale con Oliva lasceranno il segno. Per non ritrovarsi ostaggio dei suoi il sindaco dovrà accontentare le tante richieste che gli arriveranno. Ma di fatto non avrà agibilità politica”.

Che tipo di opposizione farà Mario De Michele in consiglio e la Politica che serve sul piano politico?

“Personalmente farò un’opposizione rigorosa ma mai pregiudiziale. Quello che ci interessa come gruppo de La Politica che serve è difendere e riscattare l’azione amministrativa messa in campo dall’amministrazione Golia negli ultimi anni. Il lavoro fatto verrà a galla e credo che i problemi maggiori li avrà chi negli ultimi anni ci ha solo insultato e appellato in ogni modo salvo poi stringere un patto di potere con pezzi della ex maggioranza. In ogni caso siamo qui per lavorare nell’interesse della città, guardando avanti e non indietro”.

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