L’operazione era nell’aria da settimane. A mettere fretta ai vertici della sicurezza israeliana è stato il fallito attentato a Tel Aviv del 18 agosto, andato a vuoto per il malfunzionamento del detonatore che avrebbe dovuto far esplodere il sofisticato ordigno di otto chili in una sinagoga a sud della città, all’ora della preghiera. Il terrorista rimasto ucciso nella deflagrazione era Jaafar Mona, di Nablus, l’assemblaggio della bomba è stato fatto in Cisgiordania. Dove tra la notte di martedì e mercoledì è scattata l’operazione dell’esercito israeliano “più vasta degli ultimi anni”, come hanno riferito testimoni palestinesi. Con centinaia di soldati in campo, tank, caccia a supporto, strade chiuse e villaggi palestinesi sigillati. Un’incursione militare di proporzioni tali che il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen ha interrotto la visita ufficiale in Arabia Saudita per rientrare di corsa a Ramallah. “Gli ultimi sviluppi nella Cisgiordania occupata, compreso il lancio di operazioni militari su larga scala da parte di Israele, sono profondamente preoccupanti. Condanno fermamente la perdita di vite umane, anche di bambini, e chiedo l’immediata cessazione di queste operazioni”: lo scrive su X il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Le forze dell’Idf hanno individuato tre aree in cui operare, probabilmente per alcuni giorni: Jenin, Tulkarem e il campo profughi di Al Farah, vicino a Tubas, nella Cisgiordania orientale. L’obiettivo urgente, nella versione fornita dalle autorità israeliane, è soprattutto quello di distruggere i laboratori di esplosivi e smembrare la catena completa di trasporto di componenti per costruire bombe. Poi, arrestare e eliminare i terroristi che vorrebbero allargare il campo di battaglia dalla Striscia alla Cisgiordania, come chiede Yahya Sinwar da Gaza immaginando una guerra estesa contro Israele di tutti i palestinesi dell’area. L’operazione, fanno notare gli analisti, ha delle analogie con l’attacco preventivo in Libano di domenica: distruggere armi e colpire i terroristi che stanno pianificando attacchi a Tel Aviv e in tutto il territorio israeliano prima che mettano in atto le minacce lanciate subito dopo il 18 agosto. Secondo fonti palestinesi, nel blitz cominciato nella notte di mercoledì le truppe dell’Idf hanno fatto irruzione a Jenin coadiuvate da un attacco aereo che ha preso di mira l’area vicina ai villaggi di Sir e Misilyah. In una dichiarazione il braccio armato di Fatah (Abu Mazen è presidente dell’ala politica) ha affermato che sta prendendo parte ai combattimenti, con il lancio di bombe contro le truppe israeliane. Pure la Jihad islamica palestinese, che come Hamas si è rafforzata nella Cisgiordania settentrionale negli ultimi anni, ha rilasciato una dichiarazione in cui parla di “guerra aperta”. Mentre la stessa Hamas ha accusato lo Stato ebraico di perseguire “un piano più ampio per espandere la guerra di Gaza”. Un annuncio ufficiale di evacuazione da parte dell’Idf non c’è stato ma l’agenzia palestinese Wafa ha scritto che le forze israeliane hanno ordinato ai cittadini del campo profughi di Nur Shams, a est di Tulkarem, di lasciare il luogo e ha imposto il coprifuoco nella zona est di Jenin, impedendo ai residenti di uscire dalle case. Nel frattempo, ha riferito sempre la Wafa, le truppe hanno avviato ampie perquisizioni nelle abitazioni e interrogatori. Aggiungendo che gli ospedali di Jenin e Tulkarem sono stati circondati e le truppe israeliane sarebbero intenzionate a fare irruzione. L’Idf ha smentito l’intenzione di entrare nelle strutture mediche ma resta l’assedio perchè “il nemico usa gli ospedali per rifugiarsi durante gli scontri con le nostre forze e ne abbiamo le prove”, ha detto l’esercito. L’Onu ha dichiarato che l’operazione israeliana “viola il diritto internazionale e rischia di infiammare ulteriormente una situazione già esplosiva”. Mercoledì intanto l’Idf ha pubblicato il risultato dell’indagine sull’attacco di coloni israeliani al villaggio palestinese di Jit, definendolo “un atto terroristico contro residenti palestinesi, che l’Idf non è riuscito a proteggere”. Nuove sanzioni contro i coloni sono state annunciate in serata dagli Stati Uniti provocando l’ira di Netanyahu, mentre l’esercito ha fatto sapere che il corpo di un soldato ucciso il 7 ottobre e portato a Gaza è stato trovato nella Striscia. La famiglia del militare ha chiesto che nessun dettaglio venga diffuso. “Israele ha approvato tregue umanitarie temporanee nella Striscia di Gaza per facilitare la vaccinazione contro la poliomielite per la popolazione locale”, lo ha riferito Channel 13, secondo cui la decisione è stata presa su richiesta del segretario di Stato Usa Antony Blinken. L’ufficio del primo ministro nega di aver autorizzato una tregua, ma conferma di aver approvato “la designazione di alcune aree nella Striscia” e che la decisione è stata presentata al gabinetto di sicurezza ottenendo il sostegno. Secondo Sky News Arabia, l’alto funzionario di Hamas e già vice di Ismail Haniyeh (ucciso il mese scorso in Iran) Khaled Meshaal ha chiesto la ripresa degli attentati suicidi in Cisgiordania. In un video discorso a una conferenza a Istanbul, Meshaal ha affermato: “Vogliamo tornare alle operazioni suicide. Questa è una situazione che può essere affrontata solo con un conflitto aperto”. “Ripeto il mio appello a tutti a partecipare su più fronti alla vera resistenza contro l’entità sionista”, ha concluso.

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