“Mi controlli un nominativo di una signora che mi ha girato Forza Italia?”. L’ennesima richiesta di Enrico Pazzali a Carmine Gallo, suo socio nella società di investigazioni Equalize, arriva il 18 luglio 2022, dopo che i due si sono a lungo confrontati sul progetto di registrare il marchio di Beyond, il mega aggregatore di dati sensibili esfiltrati dai vari archivi dello Stato. L’obiettivo di Pazzali è capire se la donna è “in qualche roba con Berlusconi… non so… avrà una quarantina d’anni… non lo so… è comunque lavora in Autogrill… guarda che non ci sia qualche roba con Berlusconi… qualcosa del genere”. Dal dialogo, sembrerebbe che Pazzali decida in autonomia di fare un controllo sul passato della professionista che gli è stata segnalata da Forza Italia. Il giorno seguente invece Pazzali, sempre al telefono con Gallo, “svela – scrivono gli investigatori – l’identità della persona (la senatrice Licia Ronzulli) che ha richiesto le informazioni sulla professionista e sollecita l’interlocutore affinché gli prepari il relativo report”. “Senti – dice Pazzali – quando riesci mi dai qualche riferimento su quella là?”, dice a Gallo, che promette una risposta già in mattinata. “Mi arriva, mi arriva dalla Ronzulli, mi fa un po’ paura – dice di nuovo il manager – non vorrei che fosse da giovane una delle letterine, quelle robe lì”. Da questa nuova conversazione sembrerebbe che la richiesta di report sia arrivata da Ronzulli, ma anche che è lui ad avere timore che sia una ragazza coinvolta nelle indagini sulle “cene eleganti” di Berlusconi. La risposta di Gallo è rassicurante: “no, no, no, non ha mai fatto nulla da giovane, si è sempre occupata di comunicazione, quindi non è assolutamente… poi ti do tutto, non ti preoccupare, no no… assolutamente si è sempre occupata di comunicazione, quindi non è assolutamente, no… no… non ha mai fatto parte di quello staff lì…”.

La senatrice di Forza Italia e vicepresidente del Senato, ha smentito quanto emerso dall’indagine. Ribadendo di non aver mai chiesto nessun tipo di report a Pazzali, su una persona che conosceva già. “Leggo sui quotidiani di essere stata oggetto di conversazione all’interno di un’intercettazione, secondo cui mi sarei rivolta ad Enrico Pazzali per raccogliere informazioni relative ad una persona. Tutto questo non corrisponde al vero – ribatte la senatrice -. Rimango a dir poco sconcertata, perché viene distorta e ribaltata una vicenda completamente diversa dalla realtà. Non ho mai chiesto a Pazzali nessun controllo, perché questo presupporrebbe che fossi stata a conoscenza dell’attività illecita condotta, di cui invece ho avuto notizia solo dagli organi di stampa adesso. Anzi, il fatto che Pazzali, di sua esclusiva iniziativa, abbia deciso di commissionare un’indagine su una professionista soltanto perché di mia conoscenza, mi mette nella posizione di parte lesa in quanto oggetto di un possibile ricatto, e mi riservo di adire le vie legali”.

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