“Sapere che le persone che ti devono difendere sono i presunti colpevoli di questo omicidio fa veramente male. È una realtà che non riguarda solo noi, figli e familiari, ma deve far male a tutto il Paese”. È il primo pensiero di Antonio Vassallo, figlio di Angelo, il sindaco di Pollica assassinato nel 2010, in merito agli arresti di oggi in relazione all’omicidio, che vedono due carabinieri tra i quattro indagati oggetto di misure cautelari. “Fa veramente male sapere – dice Antonio all’Ansa – che le indagini siano state rallentate dal fatto che all’inizio una delle persone di cui non si sospettava era proprio la figura, che veniva elogiata, di questo colonnello Cagnazzo. Credo che questo ha rallentato molto le indagini. Molte cose non vere sono state dette proprio per rallentare le indagini stesse. Quindi approfondire anche questi punti, puntare il dito nei confronti di chi ha raccontato fandonie, di chi non ha collaborato, anche persone del mio stesso paese. Spero verranno portate alla luce tutte queste dinamiche”. “Naturalmente – aggiunge Antonio Vassallo – un plauso va a chi ha lavorato a questa indagine, a chi ci ha sempre creduto, a chi veramente ci ha portato una forte verità dopo 14 anni. Noi in questo percorso siamo sempre stati di supporto agli inquirenti, abbiamo sempre dato fiducia allo Stato, non abbiamo mai chiesto niente se non questo: conoscere assolutamente la verità. Ed è questo che vogliamo ancora oggi. Oggi non abbiamo la verità assoluta su tutta la dinamica della vicenda ma abbiamo un punto importante, delle persone che sono in carcere, quindi bisogna partire da questo punto e capire cosa sia successo, per quale motivo è stato commesso questo omicidio. Lo abbiamo sempre chiesto e questo continueremo a chiedere”.

I fratelli del sindaco ucciso, Dario e Massimo Vassallo, attraverso la fondazione ‘Angelo Vassallo Sindaco Pescatore’ di cui sono rispettivamente presidente e vicepresidente, accolgono “con speranza l’annuncio degli arresti”. Anche loro rimarcano come “tra i quattro arrestati risultano anche due carabinieri, a conferma della pista che la Fondazione ha perseguito dal 2011. La nostra determinazione – dicono Dario e Massimo Vassallo – è stata ripagata dall’incontro con il procuratore Giuseppe Borrelli, che ha creduto in questo filone di indagine, portandoci finalmente alle prime svolte concrete in una vicenda drammatica che ha segnato la nostra famiglia e tutto il Cilento”. “Siamo solo alle battute iniziali di una tragedia che ha sconvolto il territorio e per la quale chiediamo giustizia piena”, aggiungono. La Fondazione, inoltre, “chiede ufficialmente al ministro dell’Interno di disporre un’ispezione urgente presso il Comune di Pollica”. Perché, spiegano Dario e Massimo, “l’omicidio di Angelo Vassallo non si è fermato il 5 settembre 2010: i danni morali e materiali alla comunità e alla nostra terra continuano a distanza di 14 anni, due mesi e due giorni. In questo giorno importante, chiediamo allo Stato di fare piena luce, non solo sull’omicidio, ma anche sulle gestioni amministrative che hanno inciso profondamente sul Comune di Pollica e sul Cilento”. La Fondazione annuncia che “il proprio impegno proseguirà, insieme alla commissione d’indagine per il ‘Sistema Cilento e l’omicidio di Angelo Vassallo’, promossa dal senatore Antonio Iannone e dal deputato Pino Bicchielli”.

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