Katharina Miroslawa e’ di nuovo una donna libera. A 26 anni dal ‘delitto di Carnevale’, che il 9 febbraio 1986 costo’ la vita all’imprenditore parmigiano Carlo Mazza, di cui Katharina era l’amante, l’ex ballerina polacca – riferisce l’edizione on line della Gazzetta di Parma – ha pagato il suo debito alla giustizia, che la condanno’ come mandante di quell’omicidio, commesso materialmente dall’ex marito di Katharina, Witold, che piu’ volte ha poi cercato di scagionarla.
O meglio, Katharina ha finito di pagare quel debito in carcere, a Venezia: ora sara’ affidata ai servizi sociali, ma il suo tempo in prigione si e’ concluso. Miroslawa, 50 anni, che gia’ da tempo usufruiva di permessi premio, aveva ottenuto lo scorso anno dal giudice di sorveglianza di Venezia il permesso a lavorare all’esterno del penitenziario e di frequentare lezioni all’Universita’. Il beneficio le era stato concesso su proposta della direttrice del carcere della Giudecca, Gabriella Strassi, dopo che anche gli assistenti avevano confermato il ”comportamento esemplare” della detenuta. La donna si recava nel laboratorio di una cooperativa di sartoria di Venezia, dove alla macchina da cucire confezionava abiti, maschere e borse da lei stessa disegnate, grazie al diploma di ‘tecnico dell’abbigliamento e della moda’ conseguito qualche anno prima in una scuola di Padova. Katharina Miroslawa, condannata in via definitiva nel febbraio 1993 a 21 anni e sei mesi per l’assassinio di Mazza, era rimasta sette anni latitante, fino all’arresto avvenuto a Vienna il 3 febbraio 2000. Da in li’ in poi la sua vita era proseguita in una cella del carcere femminile alla Giudecca. L’ex ballerina ha sempre professato la propria innocenza, sostenendo che il delitto sarebbe stato compiuto dall’ex marito Witold Kielbasinki per gelosia. In carcere era divenuta anche molto religiosa.