CASERTA – I soci del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop hanno approvato oggi all’unanimità il Codice Etico, nel corso dell’assemblea annuale svoltasi per la prima volta in un bene confiscato alla camorra a Castelvolturno, diventato sede del Centro di formazione nazionale del Corpo Forestale dello Stato.
Con l’introduzione del Codice Etico, da oggi per poter aderire al Consorzio di Tutela è condizione pregiudiziale la presentazione, entro la fine di ogni anno solare, del certificato camerale antimafia. Inoltre vengono imposte restrizioni severe a quanti vorranno far parte del Consorzio, che dovranno impegnarsi a mantenere comportamenti corretti e leali.
Il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo, commenta così la svolta storica: “Sulla legalità abbiamo compiuto un’altra nettissima scelta di campo, senza mezze misure e senza tentennamenti: Il Codice Etico, che già era stato varato all’unanimità dal cda, sarà d’ora in poi la nostra carta d’identità, il nostro biglietto da visita, convinti come siamo che, prima ancora di buon prodotto, valgono le persone che lo realizzano. E queste persone devono essere al di sopra di ogni sospetto. Tutte. Altrimenti non potranno trovare accoglienza né ascolto presso il Consorzio”.
In collegamento telefonico è giunto il plauso del Presidente della Commissione Agricoltura Ue, Paolo De Castro, con i saluti di buon lavoro del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania. “Il vostro Consorzio sta vivendo un momento importante – ha sottolineato De Castro – e dall’Europa vi siamo vicini. A livello comunitario, infatti, stiamo cambiando le norme sui prodotti di qualità, rafforzando la protezione per quelli Dop e Igp”.
All’appuntamento hanno partecipato numerosi rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Comandante regionale del Corpo forestale dello Stato, Vincenzo Stabile, l’assessore all’Agricoltura della Provincia di Salerno, Mario Miano, il dirigente del settore Agricoltura della Provincia di Caserta, Ciro Costagliola, e il Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Paolo Russo.
“La grande partita della mozzarella di bufala campana Dop si chiama tracciabilità – ha dichiarato l’on. Russo – ovvero far conoscere il percorso del prodotto, dall’allevamento fino al punto vendita. Così si rassicurano i consumatori e si affrontano le sfide dei mercati. La mozzarella Dop è stata più forte di ogni momento di crisi e con il Codice etico consolida il valore della legalità. Oggi si fa capire che questo prodotto contiene una sollecitazione etica importante, soprattutto in questo territorio”.
Per la prima volta a intervenire in un’assemblea consortile sono stati chiamati due protagonisti del mondo dell’enogastronomia: uno chef, Gennaro Esposito (2 stelle Michelin con il suo Torre del Saracino a Vico Equense) e un pizzaiolo, Enzo Coccia (pizzeria La Notizia di Napoli), “a testimonianza – sottolinea il presidente Raimondo – del legame sempre più forte tra la mozzarella di bufala campana Dop e l’alta ristorazione, con i grandi chef che ormai si lasciano sedurre volentieri dalle virtù di questo nostro straordinario prodotto”.
Un plauso all’iniziativa è arrivato anche dallo scrittore Roberto Saviano, che ha inserito la mozzarella di bufala campana tra le 10 cose per cui vale la pena vivere. Saviano, in un post su facebook e twitter, ha scritto: “La mozzarella di bufala campana Dop ha intrapreso un percorso che dia sicurezza alla qualità e dimostri di non essere riciclaggio di camorra. Per dimostrarlo il Consorzio ha elaborato una serie di regole alle quali attenersi per rispettare la legalità. Due gli elementi fondamentali: l’obbligo di presentare ogni anno il certificato camerale antimafia e l’utilizzo di latte proveniente da allevamenti Dop. Anche questo significa amare la propria terra e sottrarla alle mafie”.
Nel corso dell’assemblea sono state inoltre affrontate le prossime sfide che attendono il comparto, “a cominciare dalle modifiche al disciplinare di produzione della Dop”, annuncia Raimondo.
Il Comitato Paritetico (composto da allevatori e trasformatori) è riuscito a proporre e condividere all’unanimità una serie di importanti modifiche al disciplinare di produzione, che oggi attendono l’approvazione del Ministero e poi anche quella della Commissione Europea.
Il presidente del Consorzio ha spiegato l’importanza di centrare l’obiettivo: “Si tratta di una revisione che non era più rinviabile. La mancanza di un disciplinare moderno, più stringente del precedente per quanto relativo agli aspetti della qualità e della tracciabilità di filiera, ma anche più attuale rispetto alle nuove esigenze della distribuzione, finora non ci ha consentito di aggredire i mercati come la competizione del nostro tempo ormai richiede, né di intercettare ampie fasce di consumatori, tuttora poco consapevoli dell’esistenza di una mozzarella certificata come Dop e delle differenze fra questa e le tante altre esistenti in commercio”.
Una serie di criticità che ora il Consorzio intende risolvere, “senza snaturare affatto la qualità e l’artigianalità del nostro prodotto, come qualcuno strumentalmente continua a dire, ma, al contrario, – rimarca Raimondo – imponendo una demarcazione netta, definitiva, fra il prodotto a denominazione d’origine protetta, realizzato esclusivamente da latte fresco delle nostre bufale, supergarantito e supercontrollato e i tanti altri prodotti privi di certificazione, che hanno consentito finora, nel nostro ed in altri territori, in Italia ed all’estero, di confondere il consumatore con immagini e nomi più o meno fantasiosi”.