Il premier Mario Monti è determinato ad arrivare “fino a primavera del 2013” ma spera che il rapporto tra governo e partiti avvenga “in una prospettiva più serena”, meno puntellato di ultimatum da parte di forze politiche e sociali. Un auspicio espresso rivendicando al Senato i risultati del summit europeo nel giorno in cui i sindacati escono sul piede di guerra dall’incontro a Palazzo Chigi sulla spending review.

Ed alla vigilia, domani alla Camera, del voto sulla mozione di sfiducia, presentata da Idv e Lega contro il ministro Elsa Fornero in difesa della quale domani il Professore interverrà in Aula, avvisando che un voto contro il ministro è un voto contro tutto il governo. Al Senato Monti raccoglie il riconoscimento dei partiti di maggioranza per la determinazione con cui ha ottenuto misure come lo scudo anti-spread a Bruxelles. Ma fuori da Palazzo Madama, tra Palazzo Chigi e la Camera, il clima di partiti, sindacati e enti locali verso il governo è tutt’altro che caloroso. Le parti sociali tornano a minacciare lo sciopero generale ed i partiti, soprattutto il Pd, chiedono di essere ascoltati nel merito nella definizione dei decreti sulla spending review che dovrebbero essere approvati venerdì in consiglio dei ministri. “Sono d’accordo sulla spending review e d’accordissimo su evitare l’aumento dell’Iva – torna a avvertire Pier Luigi Bersani – ma non sui tagli al sociale. La differenza sta in questo: è giusto abbassare costi di una siringa ma non tagliare il posto di un infermiere”. I partiti di maggioranza sono consci della pesantezza del provvedimento nonostante ancora oggi il premier abbia assicurato che non si tratta di “una manovra aggiuntiva ma di un’operazione strutturale per evitare che tra ottobre e dicembre si debba aumentare l’Iva, e per fare questo servono 4,2 miliardi”. Manovra o meno, però, si tratta sempre di nuovi sacrifici pesanti che a meno di un anno dalle elezioni politiche i partiti di maggioranza dovranno chiedere agli elettori. Per questo, chiede l’ex ministro Cesare Damiano, in cambio il governo provi a risolvere almeno la grana “degli esodati e degli ammortizzatori”. E’ probabile che prima del consiglio dei ministri Monti illustrerà i decreti sulla spending review anche a ‘Abc’ anche se per ora non è arrivata nessuna chiamata per Palazzo Chigi. Alla Camera, invece, il Professore ha ‘convocato’ nel pomeriggio i capigruppo di maggioranza per avvisarli in vista del voto sulla mozione di sfiducia al ministro del Lavoro. I numeri non dovrebbero essere a rischio, visto che è appoggiata solo da Idv e Lega, ma il governo teme che l’ok al ministro sia accompagnato da critiche alla riforma delle pensioni e del lavoro che sono di fatto il ‘cuore’ dell’azione del governo dei tecnici. Per questo Monti domani interverrà in Aula, mettendo in chiaro, è il ragionamento fatto da diversi deputati, che le eventuali critiche non sarebbero rivolte solo al ministro Fornero ma sarebbero valutate come una bocciatura di tutto il governo.

 

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