Sulla Siria, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decidera’ nei prossimi giorni nuove misure da intraprendere per fermare il bagno di sangue, che ha continuato a scorrere anche oggi. E’ quanto ha reso noto l’inviato Onu, Kofi Annan, mentre la Russia ha gia’ fatto circolare al Palazzo di Vetro il testo di una nuova risoluzione. Ma ancora una volta si profila un braccio di ferro con i Paesi occidentali e gli Stati Uniti, che hanno in programma di proporre un testo che sia piu’ duro e che minacci in maniera esplicita sanzioni contro Damasco. ”Nel giro di qualche giorno ne sapremo di piu”, ha detto Annan ai giornalisti, dopo aver riferito al Consiglio di sicurezza in videoconferenza da Ginevra sulla sua missione dei giorni scorsi a Damasco, Teheran e Baghdad. Le tappe sembrano forzate.
Il Consiglio dove stabilire se ”ricalibrare” – come suggerito dal segretario Ban Ki-moon – la missione di osservatori dell’Unsmis, il cui mandato di 90 giorni scade il prossimo 20 luglio. Nella bozza fatta circolare dalla delegazione russa, che Parigi ha gia’ definito ”inferiore alle attese”, si prevede il rinnovo per tre mesi del mandato della missione, ma non si prevede alcuna forma di pressione sul regime di Damasco o sulle forze ribelli per mettere fine alla violenza, che secondo varie fonti ha causato finora oltre 15 mila morti. In questo quadro oggi e’ intervenuto anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, affermando che ”la Russia ha la responsabilit… di facilitare una soluzione politica e di servirsi della sua influenza su Damasco per facilitare una tale soluzione politica”. E Annan ha anche riferito che il presidente siriano Bashar al Assad ha ”proposto un nome” di una persona che rappresenti il regime ai colloqui con l’opposizione, ma la questione e’ rimasta sul vago dopo la richiesta dello stesso Annan di avere piu’ dettagli su tale persona. L’inviato Onu ha inoltre messo in evidenza come sia Baghdad che Teheran continuino a sostenere il piano in sei punti adottato dall’Onu ad aprile, che e’ rimasto lettera morta. Quasi nello stesso momento la Casa Bianca ha poi ribadito il suo ”no” ad ogni ruolo dell’Iran nella ricerca di una soluzione e, tramite il portavoce Jay Carney, ha anche riaffermato che ”nel processo di transizione in Siria non ci pu• essere spazio per Assad”. Intanto, la mattanza sul campo in Siria va avanti. Il bilancio di oggi, secondo i Comitati locali di coordinamento dell’opposizione, e’ di almeno 34 morti. Secondo le stesse fonti, bombardamenti sono stati registrati in diverse localita’, e ci sono stati nuovi scontri tra le forze governative e ribelli, anche nel quartiere di Qadam a Damasco. Altri combattimenti tra le truppe regolari e i disertori riuniti nell’Esercito libero siriano (Els) sono segnalati dalla stessa organizzazione a Daraya, sobborgo della capitale, e ad Ain Larouz, nella provincia settentrionale di Idlib. L’agenzia governativa Sana afferma da parte sua che le violenze sono dovute a operazioni delle forze governative contro ”gruppi armati terroristi”. L’agenzia aggiunge che le forze armate hanno concluso oggi, con il lancio di missili, esercitazioni militari durate cinque giorni.