Alla fine e’ stato, letteralmente, stappato lo spumante. Quando alle 3.40 della notte il consiglio comunale di Milano ha dato definitivamente il via libera al Registro delle Unioni civili, il pubblico presente e qualche consigliere hanno potuto trattenere l’entusiasmo giusto il tempo di far intervenire Giuliano Pisapia; poi e’ stata l’ora della festa.

L’Aula di Palazzo Marino, riunitasi a oltranza dalle 16.30 di ieri per la terza e ultima seduta dedicata al provvedimento, ha licenziato nella notte la delibera con 29 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti. Numeri che potrebbero far credere che tutto sia andato come avrebbe dovuto, quando in realta’ la discussione s’e’ piu’ volte complicata. Resta il valore del risultato, sottolineato dal sindaco (“e’ una bella giornata per Milano – ha detto – da domani gli uomini e le donne che si vogliono bene saranno piu’ felici e io sono felice per questo”), e dalla gioia dei presenti, Arcigay in testa, che hanno seguito a distanza ravvicinata ogni passo dei lavori dell’Aula. Il Registro delle Unioni Civili, dunque. La delibera che ha trovato il consenso del consiglio comunale e’ quella emendata dalla proposta di modifica che era stata al centro di un intermedio accordo tra la maggioranza e l’area liberal del PdL, poi ‘naufragato’ per la posizione del coordinatore cittadino del PdL, Giulio Gallera, che si e’ sentito ‘tradito’ dal voto contrario a un emendamento simile, e che sembrava dover essere archiviato fino a quando il giovane piedillino Pietro Tatarella non ne ha richiesta la votazione a prescindere dall’abbandono dell’Aula da parte dello stesso Gallera. Si e’ cosi’ determinata la struttura portante del documento, secondo un proprio ‘modello Milano’, che istituisce presso l’anagrafe un registro separato, specificatamente dedicato alle Unioni civili (verra’ rilasciato attestato a chi si iscrive), agganciato alla normativa statale che disciplina la famiglia anagrafica (art. 4 DPR 223/1989). Per potersi iscrivere al registro, quindi, bisognera’ prima essere iscritti alla stessa residenza all’interno della stessa famiglia anagrafica. Per arrivare alla maggioranza che, alla fine ha promosso la delibera, ci sono volute ore di trattativa che hanno concesso ai cattolici del Pd di astenersi e a due consiglieri del PdL (Tatarella e Pagliuca), ma anche all’esponente di Nuovo Polo, Manfredi Palmeri, di aggregarsi ai sostenitori. Contraria la Lega (che ha ritenuto che la delibera introducesse “regole gia’ esistenti”), Mariolina Moioli di Milano al Centro e i restanti consiglieri del PdL sempre fermi sulle proprie posizioni. Anche in questa occasione, come gia’ in altre, Giuliano Pisapia ha presidiato il proprio scranno fino alla votazione, insieme al vicesindaco Maria Grazia Guida e all’assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino. La maggioranza ha potuto tirare un sospiro di sollievo alle 2.17 quando Palmeri ha ritirato uno dei suoi emendamenti, l’ultimo che restava da discutere. C’e’ voluta ancora oltre un’ora, durante la quale i consiglieri hanno snocciolato le proprie dichiarazioni di voto, perche’ Pisapia potesse dire: “Abbiamo fatto quello che potevamo ed e’ un passo avanti nella direzione di una citta’ che ha piu’ rispetto per tutti. Sono sicuro che questo voto sara’ di stimolo al Parlamento”.

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