“A oggi nessuno ha potuto sostenere che Bertolaso fosse colpevole. Se accadrà chiederò scusa e mi ritirerò in un eremo. So solo una cosa, non succederà mai. Sono pulito e proverò a dimostrarlo”, “non sono il bastardo della cricca”. E’ quanto afferma in una intervista al Fatto quotidiano, l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso. “L’accusa di essere un berlusconiano di ferro – prosegue Bertolaso – mi brucia. Non lo sono mai stato. Stimo Berlusconi ma non l’ho mai votato”.
“Mi hanno descritto come il suo braccio armato – aggiunge – ma non faccio parte di nessuna casta, loggia o associazione né conosco i nomi e i cognomi di chi a destra mi ha voluto sparare alle spalle”. La cricca esisteva? “Assolutamente no. Esistevano – spiega Bertolaso – rapporti inopportuni tra funzionari dello stato e imprenditori”. L’ex capo della protezione civile risponde poi ad una domanda su due telefonate intercettate col presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in possesso della procura di Perugia: “Ricordo perfettamente le telefonate e confermo che non c’é nulla di riservato. Non parlo dei contenuti e mi limito a sottolineare un dettaglio. Repubblica le ha ma non le pubblica”, “io non vorrei ci fosse una ragione politica. Forse – osserva – leggendo il testo dei dialoghi tra Bertolaso, il braccio armato di Berlusconi e Napolitano si sarebbe finalmente capito chi era davvero il mio referente nelle difficoltà. Mi chiedo, era meglio non rivelarlo?”. “Perché – continua – Repubblica non mette in pagina le intercettazioni che mi scagionano e solo quelle due o tre che orientano l’opinione pubblica?”, “sospettare uno strano disegno – conclude – è lecito”.