Si è limitato a una dichiarazione spontanea, avvalendosi poi della facoltà di non rispondere in attesa di offrire le sue spiegazioni ai pm in un prossimo interrogatorio. Questa la sintesi dell’interrogatorio di garanzia nel carcere di Poggioreale dove l’ex direttore dell’Avanti Valter Lavitola è comparso oggi davanti al gip Pietro Carola per rispondere alle contestazioni contenute nell’ordinanza di custodia eseguita venerdì scorso. Si tratta delle accuse emerse dall’inchiesta sulla presunta estorsione ai danni dell’ex premier Silvio Berlusconi al quale, secondo l’accusa, Lavitola durante la latitanza avrebbe chiesto somme di denaro minacciando di danneggiarlo con rivelazioni su vicende giudiziarie, come quella relativa al caso Tarantini-escort.

Oggi Lavitola, assistito dall’avvocato Gatetano Balice, si è riportato alle precedenti dichiarazioni rese nei mesi scorsi ai pm in cui negava di aver ricattato il premier ed ha precisato di aver solo avuto l’intenzione di chiedergli un prestito, a suo dire mai elargito per una serie di circostanze. Dopo la dichiarazione spontanea, l’indagato ha dettato a verbale di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ed ha annunciato, a quanto si è appreso, di voler comunque entrare nel merito dell’inchiesta rinviando però l’appuntamento a un prossimo interrogatorio investigativo davanti ai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock. Domani i pm ascolteranno in carcere Carmelo Pintabona, il politio siciliano arrestato venerdì con l’accusa di concorso nell’estorsione all’ex premier. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato lui, per conto di Lavitola, a contattare Berlusconi per chiedergli soldi in cambio del silenzio del direttore dell’Avanti, quando quest’ultimo era latitante in Sud America.

 

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