Gli “apprendisti stregoni” della maggioranza che sostiene Monti si sono messi d’accordo sul fatto che “la prossima legge dovrà essere proporzionale, e non si dovranno prendere impegni vincolanti prima del voto né sulle alleanze né sul premier”. Lo dice il leader dell’Idv Antonio Di Pietro sul suo blog, secondo il quale l’accordo serve per “lasciare ai partiti le mani libere e scippare gli elettori del diritto di scegliere da chi essere governati”.

Di Pietro mette in evidenza i vari aspetti della legge elettorale che, a suo giudizio, sarà approvata dalla maggioranza: “Ci sarà un premio di maggioranza. Quasi certamente sarà attribuito al singolo partito invece che alla coalizione e sarà minimo minimo del 10%, forse addirittura del 15%. Perché? Prima di tutto perché così i partiti non dovranno dire prima con chi si alleeranno dopo le elezioni. Poi perché con un premio molto alto i partiti maggiori potranno fare una campagna elettorale ricattatoria con lo slogan del finto “voto utile”. Infine perché i partiti sanno che nessuno di loro neppure si avvicinerà a raggiungere la maggioranza parlamentare e vogliono aggirare l’ostacolo con un premio esorbitante, che permetterebbe a un partito con appena un terzo dei voti (che, tenendo conto delle astensioni, rappresenterebbe una piccola minoranza del Paese) di governare praticamente da solo”. Prosegue Di Pietro: “Ci sarà una soglia di sbarramento, ed è giusto che sia così perché le esigenze della rappresentanza democratica devono essere coniugate con quelle della governabilità. Però, oltre a questa giusta soglia di sbarramento, i partiti maggiori stanno pensando anche a un marchingegno tecnico, consistente nel disegnare collegi più piccoli. Infatti, più è piccolo il collegio, più voti ci vogliono per essere eletti. Per entrare in Parlamento non basterebbe più superare il 4 o il 5%. Bisognerebbe arrivare all’8 o al 9%. Però un sistema elettorale che tiene fuori dal Parlamento forze che stanno intorno al 7 o all’8% e regala il 10 o il 15% al primo partito, di democratico ha soltanto il nome”. “Poi ci sarebbe il motivo per cui tutti chiedono di cambiare il porcellum, e cioé che con quel sistema i leader di partito si scelgono uno per uno i deputati più obbedienti e gli elettori nemmeno li consultano. Ma siccome ai partiti quel sistema piaceva da morire, stanno cercando il modo per cambiare la forma e salvare la sostanza. Una gran parte dei parlamentari, se non tutti, verrebbe eletta nei collegi invece che con le preferenze. Basterà mandare nei collegi deboli i candidati scomodi, e in quelli sicuri i candidati nominati per rifare il porcellum con un altro nome”. Conclude Di Pietro: “Questa è la fregatura che la casta sta per dare ai cittadini italiani, ed è giusto che questi lo sappiano in tempo per dire cosa ne pensano. Perché la democrazia vive nelle piazze, alla luce del sole, e muore nelle segrete stanze dove si fanno accordi come questo”.

 

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