Sugli scaffali di un supermercato nel veronese sono state messe in vendita bottiglie di vino con Hitler sull’etichetta e la procura della repubblica di Verona ha aperto un fascicolo d’inchiesta per apologia di fascismo. ”E’ l’unico reato al momento ipotizzabile – ha detto il procuratore della repubblica Carlo Giulio Schinaia, interpellato dall’ANSA – anche se bisognerebbe inventare quello della stupidita’ umana.
Ma si vede che per fare soldi si seguono tutte le strade anche quelle che vanno contro la cultura e la coscienza delle persone”. A far scoppiare il caso e’ stata una coppia di coniugi ebrei statunitensi che hanno raccontato a ‘L’Arena di Verona’ il loro forte senso di smarrimento nello scoprire che in un supermercato a Garda, dove erano in vacanza, hanno trovato le bottiglie di vino con Hitler ripreso in piu’ pose, con un richiamo anche al ‘Mein Kampf’, assieme ad altre con Giovanni Paolo II sull’etichetta. Confezioni che fanno parte di una linea ‘storica’ dedicata ai personaggi del passato. Gia’ negli anni scorsi erano scoppiate analoghe polemiche su vini con etichette dedicate allo stesso dittatore nazista o a Benito Mussolini. Ad accorgersi delle bottiglie ‘hitleriane’ e’ stato il marito, Matthew Hirsch, avvocato a Philadelfia, entrato nel negozio per comprare un po’ di frutta, dell’acqua e del vino. ”Mi ha scioccato” ha raccontato, dicendo di aver chiesto spiegazioni al negoziante ma di aver ricevuto come risposta che era solo storia ”come il Che Guevara”. La mogli Cindy ha ricordato che i suoi genitori sono sopravvissuti alla furia nazista, che il padre era stato portato nel campo di sterminio di Auschwitz nel 1944 dal villaggio in Cecoslovacchia dove viveva, ”morirono nei campi i suoi genitori – ha aggiunto – due fratellini e la sorella, mia zia Miriam, il mio secondo nome. Quando lei fu portata via da casa prese solo la sua bambola”. ”Non e’ solo un affronto agli ebrei – ha detto – anche sei io sono ebrea come mio marito. E’ un affronto all’umanita’ tutta”. Il titolare del supermercato ha spiegato che di bottiglie non ne vende tante e che l’esposizione la considera come una sorta di monito ”perche’ i figli di chi ha compiuto simili gesti possano vedere e ricordare quanto e’ stato fatto”. Se il sindaco ha annunciato che interverra’ per far ritirare le bottiglie, la procura sta pensando di far scattare un sequestro delle confezioni. Il procuratore Schinaia, pero’, ha voluto sottolineare piu’ volte che sembra di essere in presenza di un problema che piu’ che l’intervento giusto della magistratura dovrebbe porre una questione e trovare una soluzione ”nella cultura e nella coscienza delle persone. Ma la stupidita’ umana sembra non avere limiti”.