Tutto pronto per l’inizio dei test di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato, che cominciano con quelli di Medicina e di Odontoiatria. Ma non si placa la polemica nei confronti del sistema del numero chiuso: il Codacons ha chiesto al premier Monti
e al ministro dell’istruzione Profumo di eliminare le prove di ammissione e rendere libero l’accesso all’università. I primi ad affrontare il pacchetto di domande (un’ottantina di quesiti di cultura generale) saranno gli aspiranti medici e odontoiatri che intendono seguire le lezioni in lingua italiana. Mercoledì 5 settembre sosterranno la stessa prova coloro che vorranno invece seguire un corso di laurea in Medicina e Odontoiatria, ma in lingua inglese; si potrà sostenere il test oltre che in Italia in altri paesi: Germania, Gran Bretagna, India, Polonia e Stati Uniti. Solo uno studente su otto, però, riuscirà a realizzare il sogno di studiare per diventare medico o odontoiatra: i posti disponibili sono 10.173 per Medicina e circa 900 per Odontoiatria, e a contenderseli saranno in 77 mila. Sui test di ammissione pende però il rischio che la Corte Costituzionale definisca incostituzionale il numero chiuso, come ricorda il Codacons che paventa la possibilità, in caso affermativo, di una class action per i non ammessi e per questo ha provveduto a diffidare il Ministero dell’Istruzione chiedendo l’eliminazione dei test di ammissione.
“Il numero chiuso all’università è assurdo e antistorico peraltro i test di ammissione, con domande magari di cultura generale, non selezionano certo quelli che saranno, ad esempio, i medici migliori. Non si capisce, poi, perché qualche ora di test dovrebbe valere più del voto conseguito alla maturità, dopo un percorso durato ben cinque anni di studio. Per migliorare la qualità della nostra sanità la selezione andrebbe fatta durante gli anni universitari, attraverso esami più selettivi e non certo con un test di un centinaio di domande da risolvere in qualche ora” afferma il presidente del Codacons, Marco Donzelli. Inoltre, sottolinea l’associazione, è ormai accertato che non vi è un esubero di medici in Italia, e per questo vi sono assessori regionali alla sanità che hanno già chiesto l’eliminazione del numero chiuso.
Dal canto suo l’Unione degli universitari ribadisce la sua contrarietà al numero chiuso e che vigilerà sul regolare andamento delle prove e preannuncia ricorsi in caso di irregolarità. L’unione degli universitari, in vista del test d’ingresso alle facoltà di medicina previsto per questa mattina, ha organizzato in tutta Italia un flash mob davanti agli atenei, dove intende esporre cartelli simili a quelli stradali di divieto d’accesso, con la scritta ‘Universita” nella striscia bianca. “L’UDU, che da sempre si batte contro il numero chiuso – si legge in una nota degli organizzatori – stamattina farà un’azione dimostrativa in tutta Italia per manifestare il completo dissenso a questo sistema di sbarramento all’accesso al mondo dell’università”.
“Oggi migliaia di studenti affronteranno i test d’ingresso e solo 1 su 8 potrà realizzare la propria aspirazione – afferma Michele Orezzi, coordinatore dell’UDU -. Non solo non saranno liberi di poter scegliere il loro futuro, per giunta dovranno sostenere una prova che da anni si mostra fallace sia nel metodo che nei contenuti”. Nel contempo, l’ Unione si impegna “a supportare gli studenti attraverso il vademecum che spiega in sintesi come si svolgerà la prova, come evitare errori nel test e cosa fare in caso di riscontrate irregolarità”. E ad accompagnarli verso eventuali ricorsi.