Quella in arrivo sara’ ”una stagione influenzale meno mite e piu’ complessa rispetto a quella dei due anni scorsi e richiedera’ un’attenzione maggiore alla vaccinazione da parte delle categorie deboli”. Lo afferma l’ Associazione Microbiologi Clinici Italiani (Amcli),

attraverso una nota del suo Presidente, Pierluigi Clerici. L’Amcli spiega che, sulla base dei dati dell’OMS, quindi Per l’associazione, un recente lavoro pubblicato su ‘The lancet’ fornisce ”dati su cui riflettere circa la reale importanza della pandemia influenzale del 2009/2010”. I decessi causati dal virus, secondo le stime pubblicate sul lavoro, sono state 575.000, cioe’ circa 100.000 in piu’ rispetto all’ influenza stagionale. A differenza delle solite epidemie stagionali pero’, l’80% dei decessi e’ avvenuto in soggetti al di sotto dei 65 anni d’eta’. ”Dopo l’anno della pandemia – spiega il Presidente Clerici – abbiamo avuto due stagioni influenzali relativamente piu’ tranquille poiche’ hanno circolato gli stessi ceppi virali e, quindi, la composizione del vaccino e’ rimasta uguale. Nel corso degli ultimi mesi, le organizzazioni sanitarie mondiali hanno effettuato indagini e rilevazioni per identificare i possibili ceppi dell’influenza che ci affliggeranno nel corso del prossimo inverno e gli strumenti per proteggere la popolazione debole”. Per arrivare a questa significativa identificazione – spiega il documento dell’Amcli – lavorano oltre 100 laboratori in altrettanti Paesi che raccolgono i virus influenzali dai pazienti e li inviano a 5 centri di riferimento (Atlanta-USA, Londra-Regno Unito, Melbourne-Australia, Tokyo-Giappone, Pechino-Cina) che li tipizzano. Sulla base dei tipi identificati, della loro maggior o minor circolazione, dei luoghi dove hanno stanziato e di come si sono spostati nei due emisferi, si arriva a presumere con buona approssimazione quali ceppi virali saranno la causa principale della successiva stagione fredda e quindi quali inserire nel vaccino.

 

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