“Nessuno mi ha scelto, ma devo convincere tutti”; “non mi sento solo”, “coloro che sono stati presidenti del Consiglio prima di me non dovevano guadagnarsi tutti i giorni il consenso”, e ancora: “non farò più battute”. Sono parole di Mario Monti contenute nella lunga intervista-prefazione del volume “Le parole e i fatti” di cui il Corriere della Sera oggi pubblica ampi passaggi.

“Non credo possa considerarsi solo uno che, per quello che possono valere i sondaggi, sembra avere un consenso superiore a quello di cui godono i partiti che lo sostengono in Parlamento – spiega il premier – E quando incontro persone per la strada, mi sento dire quasi sempre: ‘Vada avanti!'”. “La pedagogia è naturale in un professore – aggiunge – è l’unica arma che ho. E ho un obbligo di spiegare maggiore di altri. In questo contano le ragioni soggettive: nessuno mi ha scelto, ma devo dire agli italiani che se sono qui è per far fare loro cose che non volevano fare e che tutti quelli che sono venuti prima hanno sostenuto si potessero evitare. In più sono questioni complicate, quindi cerco di spiegarle”. “Uno degli aspetti che mi sono imposto di cambiare – prosegue – in parte riuscendoci, è che io ero abituato a parlare davanti a un pubblico più limitato e spesso anglosassone, dove la battuta e l’ironia sono elementi essenziali. Ma è molto rischioso: perché è vero che il posto fisso è monotono, però sicuramente dirlo in quel modo è stato per me un bell’infortunio. Quindi adesso cerco di non fare più battute, che pure all’inizio mi avevano aiutato a comunicare”.

 

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