“Vorremmo introdurre una tassa generalizzata sui patrimoni ma non avendo gli strumenti non vorremmo favorire l’allontanamento dei capitali”: lo ha affermato il premier Mario Monti aggiungendo che una eventuale patrimoniale “non verrà introdotta nottetempo, ci sono passi che stiamo facendo”.

“Il mio approccio è laico”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Non sono contrario a una tassa patrimoniale ma dipenderà – ha spiegato – da come funzionerà e da come sarà utilizzata: come strumento fiscale o come misura una tantum da parte di governi che vogliono dare un taglio al passato”. “Il 4 dicembre scorso – ha ricordato il premier – avevamo considerato di introdurla. Ma da una parte 1,5 dei tre componenti della nostra maggioranza era contrario. Dall’altra, a differenza di altri sistemi fiscali, in Italia non erano disponibili informazioni sulla proprietà dei beni. Abbiamo allora approssimato la cifra aumentando la percentuale su alcuni beni già tassati. E alla fine abbiamo preso la decisione sulla tassa sulla prima casa che era stata rimossa dal governo che ci ha preceduto e che però esiste in tutti i paesi”. Monti ha comunque indicato che sulla questione “vorrei sdrammatizzare: la tassa patrimoniale esiste già in alcuni paesi estremamente capitalisti”.

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