Padre Paolo Turturro e’ colpevole di violenza sessuale e di pedofilia, ma la pena dev’essere rideterminata, perche’ uno dei due episodi contestati all’ex parroco della chiesa palermitana di Santa Lucia -noto per il suo impegno antimafia- e’ caduto in prescrizione.
Lo ha deciso, al termine di una camera di consiglio che si e’ protratta fino a notte inoltrata, la Corte di Cassazione, che ha annullato con rinvio la sentenza con cui, nell’ottobre 2011, la Corte d’appello di Palermo aveva confermato la condanna a sei anni e sei mesi inflitta al religioso. Il nuovo giudizio (“di rinvio”) servira’ solo per stabilire il “quantum” della condanna, tenuto conto del fatto che i supremi giudici, accogliendo la tesi dell’avvocato Ninni Reina, hanno collocato uno dei due fatti nel 1999 e non piu’ nel 2001: essendo trascorsi 13 anni, l’episodio e’ stato cancellato dal tempo trascorso. Questo non significa pero’ che l’ex parroco sia innocente: in questo caso la Cassazione avrebbe potuto pronunciare sentenza di assoluzione. Turturro, sacerdote schierato sul fronte dell’antimafia, era finito nei guai nel 2001, dopo essere stato denunciato dalla scuola frequentata da un suo alunno, che all’epoca aveva 10 anni: il bambino pubblicamente aveva ammesso – durante una chiacchierata in classe – di essere stato baciato in maniera intima dal parroco. Proprio questo fatto, piu’ recente, e’ rimasto in piedi nel processo. Ad essere stato prescritto e’ un altro episodio, in cui ci sarebbe stato un rapporto vero e proprio, con un altro ragazzino, anche lui di 10 anni circa all’epoca dei fatti. Il religioso aveva sempre protestato la propria innocenza e aveva anche sostenuto di essere stato vittima di una sorta di complotto interno al popolare quartiere del Borgo Vecchio di Palermo, in cui c’e’ la chiesa di Santa Lucia ed e’ forte la presenza mafiosa. Ma la ritrosia delle famiglie degli alunni a denunciarlo (solo una poi si e’ costituita parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Paola Rubino) e le tante testimonianze rese al dibattimento nel segno della reticenza e dell’omerta’ non hanno confermato affatto questa tesi. Finora la Diocesi di Palermo non ha mai sospeso il sacerdote, che, dopo essere stato allontanato dal capoluogo siciliano per un paio d’anni, su ordine del Gip, e’ adesso responsabile del santuario della Madonna del Ponticello, a pochi passi da via Maqueda, nel centro storico di Palermo.